Ci sono uomini che sembrano essere venuti al mondo per collezionare cariche, incarichi o per partecipare in continuazione a consigli d’amministrazione o a comitati direttivi. A tal punto che nei casi più disperati si fa fatica a immaginare uno di questi campioni occupati in un’attività qualsiasi, anche la più prosaica, anche la più plebea, magari tagliare semplicemente l’erba in giardino, che non sia nobilitata da una qualche etichetta ufficiale. Prendete Staffan De Mistura, l’uomo di mondo più famoso nel mondo di cui disponga oggi l’Italia. Dopo essere stato, per un periodo che non sembrava finire mai, l’inviato speciale del governo italiano in India per l’affare dei marò, incarico svolto con quel garbo speciale che assicura un correttissimo nulla di fatto e qualche plauso di circostanza, De Mistura – narrano le cronache – si sarebbe dedicato alla Fondazione Axel Munthe di Capri. In qualità di presidente. Giunge ora la notizia che Staffan De Mistura sarà il prossimo inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria. Lì la situazione è impossibile; i problemi da risolvere difficilissimi, se non insuperabili. In due parole, non c’è proprio pericolo di far brutta figura. Il predecessore di De Mistura, Lakdhar Brahimi, non l’aveva capito e aveva dato le dimissioni sfogando tutta la sua amarezza. E questo è stato il suo errore capitale. Con De Mistura, con la sua sapienza e col suo tatto, salvare le apparenze sarà invece un giochetto da ragazzi.
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