La diciottesima scelta in assoluto del draft 2007, dei tre “italians” è quello su cui magari c’è meno pressione. Fino alla scorsa stagione ha dimostrato che, se la condizione fisica lo assiste, unitamente ad un buon minutaggio medio a partita, può dare un contributo importante alla partita e può raggiungere e superare i 10 punti di media, situazione che dovrebbe essergli garantita quest’anno a New Orleans, dove ormai gli scampoli di partita di Golden State e Toronto dovrebbero essere un ricordo e non dovrebbe esserci da lottare per un posto da titolare come shooting guard in una franchigia non troppo “affollata” di stelle. L’occasione è dunque quella che aspettava, e le prime uscite di preseason sembrano dargli ragione, con i suoi 13 punti di media in 27 minuti a partita.
Non mancano comunque attese su di lui, a cominciare da chi lo ha voluto agli Hornets, e cioè quelle del GM Dell Demps, entusiasta della sua aggiunta al roster:
“Ha doti di ottimo tiratore ma al tempo stesso di giocatore che da profondità alla manovra verso il canestro e con ottimo trattamento di palla, insieme alla sua già buona esperienza di 3 anni nella NBA e anche di più nelle competizioni internazionali con la nazionale italiana.“
I numeri del resto non gli mancano, infatti tra gli Hornets, il Beli detiene la seconda miglior percentuale al tiro da tre con il 38.8, secondo solo a Peja Stojakovic (settimo di sempre nella storia della lega con il 40%). Coach Monty Williams su di lui sostiene che l’italiano sia stato finora sottovalutato e che possegga doti che molti non si aspettano da lui, come un grande atletismo che lo rende un’ala che può tirare e trattarla palla fornendo alla squadra importanti alternative di attacco, soprattutto trascinando via un po’ di difensori da Chris Paul, la stella assoluta della squadra; gli stessi compagni lo hanno capito e puntano molto su di lui.
Coach Williams continua:
“Lui sa a che punto della sua carriera si trova. Sa che è un anno decisivo per lui, ma non ha paura ed è all’altezza, mettete tutte queste cose insieme e avrete un ragazzo di talento deciso ad aiutarci a vincere.“
Non resta altro per Marco che scendere in campo e dimostrarlo. Anche perchè la sua squadra quest’anno avrà bisogno di lui per tornare ai playoff in una conference, la Western, davvero difficile e piena di squadre di alto livello che puntano alla post-season; con Paul in campo il compito di Belinelli dovrebbe essere più semplice perchè ricevere gli scarichi di quello che è probabilmente il miglior playmaker esistente sulla Terra e tirare con spazio è una cosa che l’italiano sa fare e siamo sicuri farà senza problemi. L’ultimo anno di contratto garantito poi lo dovrà spronare ancora di più per guadagnarsi ulteriore fiducia nella società in vista della prossima difficile off-season.
Completato questo focus sui nostri alfieri in NBA, vi chiediamo nel nostro nuovo sondaggio chi di loro farà meglio nella stagione che avrà inizio domani notte? Votate!