Qualche giorno fa Eurispes e Telefono Azzurro hanno presentato i dati della ormai consueta Indagine conoscitiva sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, relativa al 2012. Ho trovato particolarmente interessanti quelli relativi all’uso che gli adolescenti fanno di Internet e dei vari social network, Facebook in primis. Uso e abuso, purtroppo.
Mai una cosa alla volta
L’indagine di Eurispes e Telefono Azzurro conferma la passione che gli adolescenti nutrono verso le tecnologie. Gli adolescenti ne fanno un uso intenso e spesso parallelo: mentre guardano la cara vecchia Tv, mandano un sms dallo smartphone, ascoltano dagli auricolari gli mp3 preferiti, sono sulla chat di Facebook per controllare con un compagno di scuola che la versione di latino sia corretta. In un frenetico multitasking.
Gli adolescenti su Internet: non solo Facebook
Quasi tutti gli adolescenti usano Internet tutti i giorni, per almeno un’ora, anche se circa un adolescente su sei giunge a trascorrere su Internet più di quattro ore.
Cosa fanno su Internet in questo tempo? Secondo i dati di Eurispes e Telefono Azzurro, un terzo dei ragazzi (33,9%) naviga in siti di immagini pornografiche, il 19,3% visita siti che incitano alla violenza, all’odio contro gli stranieri (13,1%) e a commettere un reato (12,1%), esaltano l’anoressia (9,9%) o danno consigli su come suicidarsi (4,9%). Più di un adolescente su dieci gioca d’azzardo online.
Più di uno su quattro è vittima di cyberbullismo: sulla rete ha trovato pettegolezzi o falsità sul proprio conto, frasi che rivelano fatti privati, foto o video personali pubblicati da altri senza autorizzazione e che gli hanno creato imbarazzo.
A volte sono gli stessi adolescenti a mettersi in situazioni spiacevoli o pericolose. Il 6,9% delle situazioni sgradevoli sperimentate dai ragazzi riguarda l’invio online di foto di se stessi nudi, il 5,2% l’invio del proprio indirizzo di casa, il 2,9% del numero della carta di credito.
Come sarebbe la vita senza Internet?
Qual è la paura più grande degli adolescenti se non potessero collegarsi a Internet? Secondo i dati di Eurispes e Telefono Azzurro, senza Internet, più della metà degli adolescenti avrebbe paura di non venire a sapere le cose o di rimanere escluso da ciò che accade nel mondo. In misura minore, il timore è quello di perdersi qualcosa di divertente o interessante, di non poter conoscere nuove persone o trovare un partner, di restare fuori dalla propria cerchia di amicizie.
Cosa fanno i genitori?
Secondo i dati di Eurispes e Telefono Azzurro, i genitori cercano di esercitare il controllo con strumenti molto semplici: guardano lo schermo del computer da dietro le spalle dei figli, ne ascoltano le telefonate o ne leggono gli sms.
Andando oltre i dati di Eurispes e Telefono Azzurro
Il quadro che emerge dai di Eurispes e Telefono Azzurro merita attenzione.Stare connessi a Internet, controllare periodicamente Facebook, scambiarsi sms sono parte ineliminabile della vita quotidiana degli adolescenti (e non solo), che, del resto, sono nati e cresciuti in questo mondo ad altissimo tasso di tecnologia. Computer e smartphone fortificano la vita sociale degli adolescenti, li fanno sentire dentro le cose, al passo con gli altri.
Questo non esclude però che il coinvolgimento su Facebook & Co possa diventare pericoloso, minacciare la loro incolumità fisica o uno sviluppo psicologico sano. Penso soprattutto a quel 16,2% di adolescenti che naviga su Internet per più di quattro ore al giorno, tutti i giorni, investendo in questo modo esclusivo del tempo che potrebbe essere dedicato ad altre attività, a quelli che sono vittima di cyberbullismo e a quelli che online deridono o spaventano i loro coetanei, a quelli che navigano siti porno o cercano informazioni su come uccidersi. Sono comportamenti che non riguardano la totalità degli adolescenti, certo, ma non si può far finta di nulla.
Cosa possono fare i genitori per evitare simili derive? Parlare, cercare di capire, stabilire con i figli una relazione di fiducia e rispetto, aiutarli a rendersi conto dell’uso che fanno della tecnologia. La cosa più efficace da fare è comunicare, più efficace del farsi dire password o dell’essere loro amici su Facebook.
Photo credit: David Castillo Dominici
Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell’area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l’associazione PreSaM onlus. Nell’ambito dell’educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.
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