Magazine Cultura
"Penso che si rimanga vivi nella misura in cui si riesce a mantenere l'atteggiamento che si aveva da adolescenti." [1]
Per me lo spirito dell'adolescenza (riferito ma non limitato alla musica) era la curiosità di scoprire un mondo che sembrava tutto nuovo.
E' lo spirito di cui ho già parlato in uno dei primi post di questo blog, quello per il quale si continua a cercare stimoli nuovi, a costruire un percorso, un filo che lega quello che ti piaceva prima a quello che apprezzi ora.
E' il motivo per il quale mi trovo spesso a polemizzare con chi invece la frase sopra l'ha capita come "rimanere eternamente adolescenti, senza cambiare mai".
E che di conseguenza continua ad anni di distanza a parlare bene e ad apprezzare solo quello che gli piaceva allora, senza distinguere da ciò che era buono in sè e ciò che semplicemente gli ricorda i suoi sedici anni.
Ci sarebbero troppi esempi da fare qui, dal feticismo per il vinile ai tanti dinosauri del rock di cui è vietato parlare male...
Questo l'ho scritto rispondendo su un altro blog, ma il discorso non interessava ed è stato lasciato cadere:
"Come mi sembra che troppe persone si fermino, senza accorgersi di ripetere le stesse critiche preconcette che venivano rivolte negli anni '30 al jazz (musica da negri) poi al rock'n'roll (musica da debosciati) poi alla psichedelia anni '60 (musica da drogati) etc.
Lo trovo preoccupante.
Ciclico, ma non per questo meno preoccupante: perdere la curiosità di scoprire cose nuove, di ascoltare cose inaspettate e spiazzanti, rifugiandosi nel comodo nido del già sentito e dei propri vent'anni.
Io, finchè ci riesco, preferisco continuare a muovermi."
E, sempre finchè ci riesco, cerco sempre di non parlare male "dei giovani d'oggi". Che sono più o meno, in percentuali più o meno costanti, come eravamo noi giovani di ieri, e come a loro volta erano i nostri bisnonni: nihil sub sole novi... [2]
Il giorno in cui comincerò a farlo, beh, allora sì che sarò diventato vecchio.
Note e links:
[1] Richard Hell, in un intervista con Lester Bangs del 1978, da "Guida ragionevole al frastuono più atroce".
Lester Bangs non è d'accordo e poi commenta: "L'adolescenza è uno dei momenti peggiori della vita, è la nube della non conoscenza e uno stato di goffaggine totale". Ma il punto non è l'adolescenza, è lo spirito dell'adolescenza. Anche il Lester mica sempre ci prendeva :)
[2] Se devo tirarmela con le lingue, che sembra faccia molto figo, rispolvero il latino. E prossimamente qualcosa in greco, così la metto giù dura anche con l'aver fatto il Liceo Classico, etc. :)
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