Comincia a Limassol, Cipro, la nuova stagione dello Zenit di San Pietroburgo. In panchina c’è, ovviamente, André Villas Boas, subentrato a Spalletti nello scorso marzo, importanti novità anche in organico: via alcuni veterani come Bystrov, Shirokov, Zyrianov, oltre al terzino Ansaldi che si è accasato all’Atletico Madrid. Rondon e Garay gli acquisti top ad oggi, a Limassol nell’undici titolare c’è solo il centrale argentino ex Benfica.
Già, perché Villas Boas non prende sottogamba l’andata del terzo turno preliminare di Champions; l’AEL è alla terza partecipazione nella massima competizione continentale (la prima nel ’68, doppio 6-0 dal Real Madrid), due anni fa arrivarono proprio nei preliminari i primi turni passati in Europa nella storia del club cipriota (contro Linfield e Partizan, prima di cadere con l’Anderlecht), ma ha cambiato tantissimo rispetto alla rosa che ha chiuso lo scorso campionato al secondo posto. Insomma, poche indicazioni sul campo, meglio non fidarsi. Il portoghese, così, manda subito in campo alcuni reduci dai Mondiali: Witsel, Hulk, oltre al già citato Garay e ai nazionali russi.
I tifosi russi presenti a Limassol
Dai primissimi minuti, comunque, la differenza tecnica in campo è palese. Lo Zenit, prima della mezz’ora, finirà per sfiorare il vantaggio in quattro occasioni, dominando in lungo e in largo il gioco. Davvero poca roba l’AEL, l’unica individualità degna di nota è Sardinero, giovane punta esterna spagnola ex Getafe ed Hercules, ma il 23enne riceve pochi palloni giocabili. Zezinho, il guineano di proprietà dello Sporting e con la licenza di creare gioco, è vistosamente in sovrappeso, Guidilieye (mediano francese ex Brest) e capitan Nikolau puntano solo a distruggere le manovre avversarie.
Il più in palla tra i russi è, comunque, Hulk. Devastante il brasiliano, sia sulla sinistra che a destra: l’ex Porto, sempre al termine di serpentine tutte tecnica e muscoli, serve due palloni d’oro (al 5′ e al 24′) a Danny e Fayzulin. Il primo conclude di potenza, da posizione defilata, a lato, il secondo colpisce il palo a botta sicura. In mezzo, un’altra azione personale della punta, conclusa però con una debole conclusione di destro parata dal portiere marocchino Fegrouche. L’AEL Limassol fa fatica anche solo a mettere in fila tre passaggi, la conclusione alle stelle di Nikolau al 20′ è quasi un tentativo per perder tempo. Se poi si annota anche il sinistro di Witsel dal limite, deviato, che sfiora il palo a portiere battuto, il quadro è completo.
L’infortunio di Fegrouche
Ma, passati indenni i primi 30 minuti, l‘AEL comincia a controllare meglio il campo. La condizione fisica non al meglio, e messa a dura prova dal caldo afoso cipriota, dello Zenit si fa sentire e la manovra ospite si fa meno brillante e più prevedibile. Prima dell’intervallo, in pratica, si segnala solo una punizione alta del solito Hulk, accolta dalla bordata di fischi della calda tifoseria locale.
Witsel è il protagonista assoluto, nel bene e nel male, dei primi 25 minuti della ripresa. Il belga, dopo appena quattro minuti, serve un pallone d’oro a Danny che spreca ancora una volta con una debole conclusione di prima. Witsel ci prova con due conclusioni dalla distanza nel giro di due minuti, ma Fegrouche non è impensierito. Al 60′ è ancora 0-0, Villas-Boas fa debuttare Rondon, fuori l’evanescente Kerzhakov. Allo stesso tempo, cambio nelle file dell’AEL: il bulgaro Petev toglie l’inguardabile Zezinho, dentro il piccoletto Bebe. Sarà la mossa giusta: dopo quattro minuti, il brasiliano crossa alla perfezione e trova il centravanti polacco Gikiewicz ben posizionato tra Garay e Anyukov. Un gioco da ragazzi per il numero nove che, di testa, batte Lodigin. AEL Limassol clamorosamente in vantaggio.
La situazione per lo Zenit precipita al 66′: Witsel sbraccia con Danielzinho a centrocampo, vola anche una mezza gomitata che stende l’avversario. Per l’arbitro è rosso diretto, russi in dieci uomini. Stadio in visibilio, Villas-Boas si gioca subito gli altri due cambi: Shatov e Smolnikov per Danny e Anyukov. Ma lo Zenit non reagisce, coi padroni di casa che, di colpo, cominciano anche a far possesso.
I russi, comunque, ci provano nel finale: Rondon si fa vivo con una conclusione volante in piena area di rigore, ma il risultato è pessimo. Al centravanti venezuelano viene poi impedito di concludere di testa, da due passi: provvidenziale l’intervento del terzino Edmar. Garay, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha l’occasione di rimediare al mezzo errore di marcatura su Gikiewicz, ma l’argentino non riesce a battere a rete ben contrastato dalla difesa di casa. I sei minuti di recupero non producono altri pericoli dalle parti di Fegrouche, l’AEL Limassol può così festeggiare una vittoria storica. Ma a San Pietroburgo, col passaggio del turno in ballo, sarà durissima.
Il gol di Gikiewicz