Aereo scomparso, l’ira di Pechino contro la Malaysia Airlines
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Pechino si scatena contro la Malaysia Airlines, accusandola di nascondere la verità per dei propri interessi. Secondo Pechino, difatti, non è possibile che l’aereo MH 370 si sia schiantato nell’Oceano Indiano e ha inviato il vice ministro degli Esteri a Kuala Lumpur per prendere visione delle prove e partecipare alle indagini. Pechino accusa anche la Gran Bretagna, la cui intelligence ha seguito il volo fino alle ore otto del mattino dopo l’ultimo messaggio del copilota, confermando che è sparito dai radar al momento dell’ipotetico schianto nell’Oceano Indiano. Questi rilevamenti si sono potuto eseguire grazie ai satelliti militari, che a differenza di quelli civili, possono seguire un aereo anche se il trasponder del velivolo è spento.
Secondo i servizi segreti britannici, l’aereo della Malaysia Airlines stava volando sopra l’Oceano, e in base al carburante che rimaneva, non poteva atterrare in una zona emersa dal mare. Da questo, quindi, è stato concluso che è caduto in mare, senza la possibilità che qualcuno abbia potuto salvarsi.
Data la difficoltà nelle ricerche, gli Stati Uniti hanno inviato degli strumenti di ultima generazione per cercare la scatola nera e i resti dell’aereo, supportati anche dall’Australia e dalla Malesia, che però hanno già reso pubbliche le loro perplessità. Le ricerche continuano comunque, ma si dovrà aspettare che le condizioni climatiche migliorino. Sono nate delle critiche perchè il destino dell’aereo era già conosciuto dopo pochi giorno dalla sua scomparsa, però il Governo della Malesia ha preferito aspettare fino a tre giorni fa per confermare lo schianto dell’aereo e la morte dei 239 passeggeri.
di Alessandro Bovo
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