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Affari in Kazakistan anche per Prodi e Schroeder? Elementare, Watson!

Creato il 27 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

link Riporto qui sotto il linkato articolo de La Stampa del 2010 per mostrare quanta di italiano vi sia nel Kazakistan. In questi giorni la solita stampa di destra ha insistito nel sottolineare gli affari dell’Eni sostenuti da Romano Prodi in Kazakistan. Il Foglio ad esempio è ovviamente molto critico, ma non è la sola testata.

In periodo non sospetto il quotidiano di Torino ha notato quanto desse fastidio agli Stati Uniti l’iniziativa europea in Kazakistan, dove tra l’altro c’era una base area militare usata dall’aeronautica Usa per raggiungere l’Afghanistan (è dai tempi in cui uscivano i romanzi di Arthur Conan Doyle che si parla di guerre in Afghanistan: il dottor Watson aveva combattuto proprio laggiù, come poi tanti inglesi in questi anni).

Val la pena di sottolineare che non è stato un errore di Berlusconi fare affari con la Russia, bensì far a quel modo. Stesso discorso su Gheddafi. L’Italia storicamente è legata alla Libia, deve avere rapporti con la Libia, senza baciamani né eccessi. Ugualmente in Kazakistan. Berlusconi ci guadagna 100 milioni di dollari l’anno se non di più, in Borsa, grazie ai suoi personali investimenti.

Resta il noto dubbio: l’Eni certo dà fastidio agli Stati Uniti, ma l’Italia, dopo aver confuso Putin con chissà che cosa e un dissidente rifugiato politico con un pericoloso criminale, riesce ancora ad avere una soggettività nella comunità internazionale? Oggi va peggio in Kazakistan: una specie di dittatura riesce a dare ordini all’Italia. La Stampa conclude notando che le polemiche su Berlusconi indeboliscono una storica politica estera italiana. Siamo riusciti a peggiorare ulteriormente.

 

04/12/2010

Anche Prodi era criticato dagli Usa per i “solidi legami” con Putin e Gheddafi.
Affari in Kazakistan anche per Prodi e Schroeder? Elementare, Watson!

Vedi il NYTimes nel 2008 che raccontava una lusinghiera offerta fattagli da Gazprom.

In quell’anno Gazprom aveva offerto all’ex premier italiano la presidenza di South Stream, il progetto di gasdotto russo in società con l’Eni. Prodi declinò. Nel raccontarlo – come segnala un blog”eretico” – il NewYorkTimes del 28 aprile metteva in luce i “solidi legami” del nostro da poco ex premier con Putin, grazie ai quali Eni e Gazprom stringevano accordi, fra cui l’intesa appena siglata per portare il gas della Libia in Europa attraverso il Mediterraneo. Enfatizzandoli.

Non solo Berlusconi, insomma, nel mirino degli Usa per le sinergie petrolifere con Russia e Libia.
Ma solo in Italia critiche e/o ironie dell’Alleato d’Oltreatlantico fanno scalpore ( o si approfitta per indebolire lteriormente Berlusconi, senza riguardo agli interessi dell’Italia)

Certo, la teatralità del nostro non paga. Nessun premier europeo si sognerebbe di esibire platealmente foto e gesti di dubbio gusto, e perfino regali (il famoso lettone) come prova d intimità con questo o quel leader. Tanto meno con i più scomodi e/o chiacchierati, come appunto Putin e Gheddafi.

Eppure, con loro in tanti fanno affari.

Per limitarci a gas & petrolio, Gazprom, la società petrolifera che Putin ha ri-statalizzato (sottraendola alle mani straniere dell’era Eltsin) e fornisce all’Europa 1/4 del suo fabbisogno energetico, ha già molti rapporti operativi con la Germania. Coopera con società tedesche nell’estrarre petrolio in Siberia e in Libia, e nel 2005 si è consorziata con petrolifere germaniche nel progetto North Stream capeggiato dall’ex cancelliereSchroeder, socialdemocratico. Mentre l’anglo-olandeseRoyal Dutch Shell ha da poco stretto con Gazprom un importante accordo strategico di cooperazione in Russia e in altri paesi.

NorthStream è un gasdotto di 1223 Km che dal 2011 porterà il gas russo nell’Europa centrale attraverso il mar Baltico, bypassando Bielorussia e Ukraina che negli anni scorsi hanno creato grandi problemi, con una guerra dei prezzi che ha bloccato i rifornimenti e danneggiato mezza Europa. Fortemente appoggiato dalla Russa, ma mal visto dagli Usa, il progetto è stato infine approvato dalla Ue, ed è già in costruzione.
Vi partecipano le tedesche BASF SE e E.On Ag, più società finlandesi e olandesi. Ultimamente anche la francese GDF Suez.
Quanto al South Stream, è ancora più inviso agli Usa, che premono da tempo sull’Europa per il gasdotto alternativo Nabucco, come vedremo nel prossimo post.

Ma torniamo a Prodi e al NewYorkTimes del 2008.

Affari in Kazakistan anche per Prodi e Schroeder? Elementare, Watson!

L’offerta arriva in aprile, poco dopo le elezioni
che hanno visto prevalere Berlusconi, fatta
personalmente a Roma dal capo in testa di Gazprom.
E’ allettante, ma il portavoce Sircana fa sapere che Prodi
“ha deciso di non accettare cariche di questo genere”.

Citando analisti, il NYT sostiene che l’offerta di Gazprom a Prodi mostra “la determinazione ad affiancare il suo crescente potere energetico a un’influenza politica”. La Russia “sta capitalizzando l’incapacità dell’Europa di darsi una politica energetica chiara…”(leggi: l’Europa dovrebbe staccarsi un po’ dalla Russia, invece sta assecondando la sua politica espansiva).

Sottolineato il sodalizio con la Germania, sigillato da Schroeder, e l’opposizione al North Stream di Polonia e paesi baltici (i più legati agli Usa) , si prosegue citando il coinvolgimento Eni-Gazprom nel progetto di gasdotto South Stream (che l’America vede come il fumo negli occhi).

Scaroni (il presidente Eni), giudica la scelta di Prodi “eccellente”, “una grande idea, mettevi a capo un ex presidente della Commissione Ue”.

“Prodi è vicino all’Eni – rimarca il NYT – che in questo mese ha stretto anche un’intesa con Gazprom per portare il gas libico all’Europa meridionale. Una decisione che corona gli stretti legami fra Prodi e il colonnello Gheddafi”.


Si ricorda che Prodi, “da presidente
della Commissione Ue, aveva invitato il leader libico a Bruxelles nel 2004, il suo primo viaggio in Europa da 15 anni”.
“Prodi, che aveva apprezzato la decisione di Gheddafi di rinunciare alle armi di distruzione di massa (atomiche), rompendo le convenzioni era perfino andato a riceverlo in aeroporto”.

Nel novembre 2006 Gazprom e Eni avevano siglato un accordo per vendere all’Italia 3 miliardi di metri cubi di gas all’anno direttamente ai consumatori italiani (buon per noi). In cambio, l’Italia aveva ricevuto garanzie di rifornimenti fino al 2035, e avrebbe partecipato allo sviluppo di risorse energetichei in Russia. “Un modello di relazioni bilaterali” lo aveva definito Prodi (aveva torto?).

Prodi era anche venuto in soccorso dell’Eni intercedendo con il Kazakistan che minacciava di rompere il contratto con la compagnia italiana. Prodi era andato direttamente dal premier kazako, riuscendo a salvare il contratto.

Il NYT continua sottolineando che sia Schroeder che Prodi hanno anche costruito solidi legami con Putin. Il primo ha difeso Putin a spada tratta come “impeccabile democratico” (esagerato!), ha adottato una bambina russa e ha invitato Putin a casa sua. Prodi ha più volte ricevuto Putin in Italia.

AGGIORNAMENTO/SPIEGAZIONE: Il tutto non per dire che Prodi e Berlusconi sono uguali, ma per ricordare che gli Usa hanno sempre preso di mira l’Eni e le politiche energetiche italiane troppo “indipendenti” dai loro interessi, ma che favorivano quelli dell’Italia. Una lunga storia che risale a Mattei.
E Attenzione: la caciara che oggi si fa contro Berlusconi per indebolirlo (giustificata o meno da affari personali che al momento sono solo sospetti), RISCHIA DI INDEBOLIRE in realtà quella che è sempre stata una costante italiana, con governi di ogni tipo.


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