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Affenartig: gare di scrittura tra Phonikes ed indigeni

Creato il 14 febbraio 2011 da Zfrantziscu

Affenartig: gare di scrittura tra Phonikes ed indigeni
di Atropa Belladonna
Ho ricevuto nei giorni scorsi il catalogo di una mostra, tenutasi nel 2001 a Fioriano Modenese, comune della provincia di Modena gemellato con Ozieri, Ittireddu, Burgos e Bultei. Laggiù, o meglio quassù (il luogo sarà circa ad un centinaio di km da dove vivo e vegeto io), il circolo “Nuraghe” è, dal 1979, il motore di una serie di iniziative culturali, di cui fa parte appunto la mostra del 2001: "Argyróphleps nésos, l'isola dalle vene d'argento. Esploratori, mercanti e coloni in Sardegna tre il XIV ed il VI sec. a. C.". Il catalogo contiene contributi di Bernardini, Bartoloni, D'Oriano, Zucca, Bondì, Santoni, Bacco e Tronchetti. Nonché un'ampia documentazione fotografica dei 203 reperti in mostra. Ampia, ma non completa: ad esempio del numero 50 (a dx. in figura), non vi è nessuna foto. Per fortuna si trova nel libro Phoinikes b Šrdn del 1997: trattasi di un frammento di anfora dall'emporio di Sant'Imbenia, con due linee di scrittura. In compenso vi sono due foto del reperto 51: una a catalogo ed una nell'articolo a corredo di Rubens D'Oriano (co-curatore del catalogo stesso), “L’ emporion di Sant'Imbenia”. La didascalia a catalogo dice: “Lunghezza 3 cm; villaggio nuragico di Sant'Imbenia. Produzione nuragica, VIII-VII sec. a.C.. Si tratta di un oggetto indigeno che imita i sigilli orientali, come è evidente dall'esame dei segni grafici che non sono altro che lettere alfabetiche fraintese”. Come è come non è, le lettere imitate non devono essere molto chiare se a catalogo il reperto è riportato in verticale, mentre nell'articolo, qualche pagina prima, è ruotato di 270°. Evidentemente il nuragico (del villaggio si badi bene, non dell’ emporio) ha fatto un comprensibile casino, paragonabile forse al presentare il sigillo con due orientazioni diverse. Bernardini, nell'articolo di zeddiana memoria “Segni potenti: la scrittura nella Sardegna protostorica” sostiene che vi si distinguono almeno una ‘ ayin (la nostra O, quel cerchiello un po’ schiacciato in alto) ed una heth, che suppongo individui nel segno composito equatoriale. Il resto gli sfugge. Ma vediamo l'oggetto a destra: la foto sul catalogo non c’è, però c’è la didascalia per questo oggetto di fattura “fenicia”, con lettura. La quale sarebbe: linea 1, ‘Abd ‘Aziz figlio di…; linea 2: ‘Abdba’al. Dico sarebbe, perché a me pare che alcune lettere non ci siano proprio, neanche ad inventarle. E che le due Z individuate siano, a dir poco, discutibili. Una cosa è certa: il nuragico del villaggio l'ha copiata proprio bene quella ‘ayin fenicia, con una lineetta quasi piatta! Una ‘ ayin tra l'altro piuttosto inusuale. Però non è stato questo ciò che più mi ha stupito nel catalogo, quanto una serie di informazioni che cambiano totalmente l'orizzonte. Segnatamente una: Raimondo Zucca intitola il suo contributo “Phoinikes, Fenici e Cartaginesi nel golfo di Oristano”. La stranezza del titolo ce la spiega nel primo paragrafo (pg. 51):Il termine greco dell'epos omerico Phoinikes compendia strutture del commercio e delle interrelazioni con il milieu indigeno profondamente diverse tra loro e attribuibili di volta in volta, e non necessariamente in scansione cronologica, ad Aramei, Filistei, Cipro-levantini, Euboici, e Phoinikes delle città delle Fenicia, in una fase antecedente l'assunzione del potere del re di Tiro sulla regione congiunta dei Tirii e dei Sidonii, ossia nella prima metà del IX sec. a.C.[…]. Col termine Fenici ci riferiremo invece allo sviluppo di insediamenti che, a partire dalla seconda metà dell’ VIII secolo, traducono in ambito occidentale i modi urbanistici di tradizione vicino-orientale o più precisamente Tirii [..]”. Visione oltremodo chiarificante: quindi le epigrafi di Nora non sono più scritte dai Fenici, bensì dai Phoinikes. È il piano B in tutto il suo splendore! Ma anche delle epigrafi di Nora non v’è certezza: Bernardini a pg. 41 le colloca (entrambe!) allo scadere del IX secolo, Bondi, a pg. 47, all'VIII secolo. A parte queste stranezze (ma come sapete mi piace scherzare), credo che la mostra sia stata molto bella e mi rammarico di non averla vista. I miei complimenti ed i miei ringraziamenti all'assessore alla cultura di Fioriano Modenese ed all'attivissimo circolo locale “Nuraghe”.

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