Nel 2012 i casi di minori dati in affido o collocati in comunità protetta sono cresciuti del 35%!!
Questo dato segnala due emergenze:
1. la crisi economica impoverisce le famiglie e ne acuisce le tensioni ed i problemi;
2. il fallimento della politica di supporto alle famiglie in difficoltà adottata da parte della Comunità Sociale Cremasca.
All’atto del suo insediamento, il neoeletto Presidente di Comunità Sociale Cremasca, Luciano Capetti, presa visione dei rilevanti costi costituiti dagli affidi, aveva promesso una revisione profonda delle modalità di accreditamento. Inoltre si riprometteva di porre rimedio all’abissale sproporzione fra i contributi erogati alle famiglie affidatarie collegate ad associazioni di stampo religioso (in primis Comunione e Liberazione e Papa Giovanni XXIII) che superano i 1.000 euro mensili e i 400 – 500 euro corrisposti alle famiglie non collegate all’associazionismo.
Il Presidente di Comunità Sociale Cremasca, passati gli entusiasmi della prima ora, è però ritornato a più miti consigli, evidentemente per non dispiacere l’associazionismo cattolico, avallando e giustificando a vario titolo la differente entità dei contributi erogati.
Non penso che si debba imputare alla sola crisi economica l’aumento dei casi di affido famigliare, ma ritengo che possano derivare da una gestione che privilegia l’affido rispetto ad altre pratiche di accompagnamento delle famiglie in difficoltà, quando queste necessitano prioritariamente di un supporto psicologico e/o economico.
Per questa via, l’agire di Comunità Sociale si è spesso intrecciato, fino a confondersi, con i percorsi dell’associazionismo, mentre i genitori separati dai propri figli, hanno vissuto nell’angoscia e nel dolore le attese di anni per il ritorno dei loro bambini, convivendo talvolta con l’atroce sospetto che il protrarsi dell’affido servisse a foraggiare le associazioni e le famiglie benestanti degli affidi multipli.
Si è arrivati in alcuni casi al paradosso di consigliare alle madri sole di dare in affido temporaneo i propri figli, sebbene queste avessero chiesto solamente aiuto per trovare casa o un contributo economico per far fronte ad una emergenza transitoria, escludendo una soluzione che non avrebbe separato madre e figlio e dal costo mensile di 400-500 euro, per preferire l’affido ad una famiglia per due anni o più, al costo incommensurabile di una separazione ed una spesa per la collettività di oltre 1.000 euro al mese.
Naturalmente non metto in discussione uno strumento utile ed in molti casi inevitabile come l’affido, né la professionalità di coloro che operano nella struttura e tanto meno l’importanza del supporto offerto alle famiglie in difficoltà, ma penso che l’indirizzo fin qui seguito da Comunità Sociale Cremasca debba mutare radicalmente e confido che la Presidenza futura operi in netta discontinuità con l’attuale.
Mario Lottaroli
Consigliere Comunale e Capogruppo
Rifondazione Comunista e Federazione per la sinistra
45.284861 9.845937