Affittare se stessi: nuova frontiera del marketing?
“Il posto fisso non c’è più, bisogna cambiare mentalità”, sostiene Renzi.
E noi ci adeguiamo, più per disperazione che per reale predisposizione.
Alcuni falliscono miseramente, altri riescono a sbarcare il lunario, altri ancora finiscono addirittura sui giornali, come Giovanni Cafaro che ha fatto molto “rumore” offrendosi di fare la fila al posto di chi non ha tempo, o Silvia Mecca che si è offerta come accompagnatrice nell’elaborazione del lutto.
L’ultimo caso è riportato oggi dai giornali: Igor Fontana, disoccupato da 3 anni, ha deciso di puntare tutto su Facebook, dove si propone come “uomo in affitto”: “Chiedete e se posso ve lo faccio… Non vergognatevi, il prezzo lo fate voi”.
Magari mi sbaglio, però dubito che questa “idea di business” possa funzionare.
Igor è senz’altro un ragazzo di buona volontà, ma gli è mancata la fantasia, proprio quella che, secondo Einstein, è “più importante della conoscenza”.
Proporsi a 360° (faccio ciò che vuoi al prezzo che vuoi), senza alcuna specializzazione, manca di un target preciso e non fa leva su un bisogno reale.
In poche parole “spara sul mucchio”, senza una strategia di marketing.
Meglio mettere in campo un’eccellenza, proporsi per qualcosa che si è in grado di fare davvero bene, fosse anche un’idea bizzarra come scrivere sms d’amore o proporsi di fare scherzi in piena notte al vicino di casa troppo rumoroso.
E se siamo privi di qualunque attitudine?
Allora resta solo il Parlamento: il posto è quasi sempre fisso e comunque il vitalizio è assicurato