Lieta Zanatta
Lieta Zanatta – La somiglianza c’è tutta, e salta subito all’occhio a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente nel teatro operativo a sud del Libano, dove è a capo dei dodicimila uomini di 37 nazioni del contingente internazionale di Unifil (United nations Interim Force in Lebanon). Anche se il suo nome non appare mai una volta, il personaggio principale del primo fumetto militare italiano “III Legio” è il generale di divisione Paolo Serra, la persona che in questo momento regge le sorti della fragile pace che è stata stabilita dopo il cessate il fuoco dell’ultimo conflitto israelo-libanese del 2006.
Un nuovo eroe per il mondo delle nuvole parlanti? Secondo Francesco Tuan, il vulcanico imprenditore di Conegliano, ideatore ed editore di “III Legio”, nessuno meglio di lui avrebbe potuto rappresentare gli intenti e i valori che il fumetto mette a fuoco con le storie dedicate ai contingenti militari in missione all’estero. E lo dice con un contagiante entusiasmo. “Ho conosciuto il generale diverso tempo fa, quando io ero un ufficiale e lui il comandante del battaglione “Susa”. Mi aveva colpito perché era una persona dotata di grande umanità e umiltà fuori dal comune. Non mi stupisce che l’ONU l’abbia scelto per il delicato compito di mediazione che sta svolgendo ora in Libano”.
A Conegliano, in provincia di Treviso, Francesco gestisce un’attività imprenditoriale dove mette a punto una creatività che sembra non avere limiti. Sue sono una linea di orologi e una di abbigliamento dedicati al mondo militare. L’idea del fumetto nasce da una passione per il mondo delle nuvole parlanti avuta fin da piccolo. “Topolino, Akim, Tex, Zagor, Diabolik… li divoravo tutti – dice con enfasi -, soprattutto quando ero a letto con la febbre. Tempo permettendo, certi li leggo ancora oggi”. Quando Francesco presta servizio come ufficiale di complemento negli alpini, un pensiero comincia a farsi strada.
“Ho prestato servizio nell’esercito molto volentieri, e ho condiviso totalmente quelli che sono i valori che animano le nostre divise. Senso di appartenenza a una nazione, un lavoro da svolgere con passione al servizio della collettività, lo spirito di corpo e quello del sacrificio personale. Tutti valori che nella nostra società sembrano vetusti, superati, sono a volte vilipesi, e che invece andrebbero riscoperti e fatti conoscere”.
Ma come riuscire a divulgare e far comprendere agli altri i sentimenti che animano chi indossa la divisa grigio-verde? “Il nostro comandante ci chiamava scherzosamente “III Legio”, dal nome dell’armata di legionari dell’esercito di manovra di Roma antica, che venivano dispiegati per i combattimenti oltre i limes dell’impero. Così abbozzai l’idea di un fumetto, non uno qualsiasi, ma il primo vero fumetto militare italiano, che descrivesse le gesta della III Legio e che facesse anche conoscere gli ideali delle persone che oggi, nelle forze armate, vanno in missione nei teatri di crisi e, con il loro lavoro svolto con umiltà e in silenzio, fanno sì che l’Italia goda di grande considerazione all’estero, molto più di quella rappresentata dai politici”.
L’idea accompagna Francesco per gli anni che seguono fino a che, nel 2011, inizia a cercare un disegnatore che faccia caso al suo progetto. “Pensavo fosse una cosa facile, e invece… Ho parlato con tante persone, ho cercato fumettisti e disegnatori. Senza successo. Ho persino parlato con il preside di un istituto d’Arte, proponendo una borsa di studio per gli studenti di quinta che si fossero cimentati nel mio progetto. Niente da fare, mi rispose, i programmi scolastici non si possono cambiare”.
La svolta arriva casualmente durante una serata a casa di amici. “Parlavo del mio progetto, che non volevo mollare. E un’amica mi disse: “Forse conosco qualcuno che fa al caso tuo”. Mi feci dare il contatto, senza troppa convinzione. Chiamai questo disegnatore, ci incontrammo, gli spiegai quello che volevo. Tornai a casa convinto di aver fatto il solito buco sull’acqua. Invece, dopo due ore, ricevevo via mail i primi disegni, i ritratti dei primi militari”. L’uomo giusto per Francesco è Andrea Meneghin, anche lui di Conegliano, artista laureato all’Accademia di Belle arti di Venezia, pittore e illustratore, che abbraccia entusiasta il progetto di “III Legio”.
“Finalmente l’idea prende corpo. Nasce la prima story board per il numero zero di questo libro, distribuito da novembre 2012, che vuole essere qualcosa di speciale, mai visto prima”. E speciale lo è davvero questo fumetto, che si presenta confezionato in maniera molto elegante, dalla copertina cartonata e rilegata in tela avorio. Sul frontespizio, la daga sguainata del legionario tra la stelletta militare, una stella alpina e un cristallo di neve. I disegni sono molto accurati, in bianco e nero, dove l’unica o quasi nota di colore sulle pagine cremisi è rappresentata dal tricolore degli scudetti delle divise o della bandiera italiana. Di questo numero zero sono state stampate cinquemila copie numerate e certificate dall’editore, che fanno di ogni copia un numero di per sé unico, al prezzo di 15 euro. Un libro da collezionare.
“Avevo paura di aver sognato troppo. Cinquemila copie da vendere in punti stabiliti o dal mio sito internet – non in edicola quindi – mi sembravano tante. E invece è piaciuto tantissimo da subito e le richieste per avere il numero zero del fumetto stanno arrivando copiose, tanto che abbiamo già messo in cantiere il numero uno che inizierà una serie a cadenza trimestrale”. Ma Francesco non si ferma, getta il cuore oltre l’ostacolo. “Ho deciso di devolvere i proventi di questa mia impresa nel mondo editoriale per l’istituzione di borse di studio per studenti universitari italiani e afgani che vogliano approfondire le loro tesi su “L’intervento militare italiano in Afganistan””.
Non solo. Il successo del lancio di “III Legio” arriva alle orecchie di Luca Barisonzi, il ventunenne caporal maggiore della brigata Julia, rimasto gravemente ferito in Afghanistan a Bala Murghab il 18 gennaio 2011, in un attentato dove sfortunatamente ha perso la vita il collega, il caporal maggiore scelto Luca Sanna. Luca parla con Francesco e ne diviene il testimonial d’eccezione. “Non sono certamente stati né il desiderio di fama, né tantomeno la ricerca di un atto di eroismo a spingermi ad indossare l’uniforme – spiega Luca in una lettera che si trova su http://www.terzalegio.it/Barisonzi/lettera.asp -. Ancora oggi ritengo che quello fosse il modo migliore per potere degnamente rappresentare il nostro Paese, e contribuire a difenderne i principi di diritto e libertà… Con la partenza per la missione in Afghanistan ho realizzato quello che fin da ragazzo era stato il mio sogno: aiutare gli altri… Ero consapevole che qualcosa sarebbe potuta non andare per il verso giusto, ma ciò che è successo non cancella quanto abbiamo fatto e continuiamo a fare per dare un futuro migliore all’ Afghanistan… Oggi il mio desiderio più grande è quello di continuare a servire l’Italia e aiutare chi ha bisogno: l’incontro con “III Legio” nella persona di Francesco Tuan mi fornisce la possibilità di dare ancora il mio contributo sostenendo la diffusione del fumetto. L’opera finalizza la raccolta dei fondi per assegnare borse di studio per tesi di laurea di studenti italiani e afghani… Una delle migliori armi per combattere il terrorismo è proprio quella di aiutare la diffusione della cultura e la crescita di una nuova classe dirigente orientata a valori comuni di democrazia e libertà”.
Per Francesco Tuan questa è solo l’inizio di una grande avventura nel mondo delle nuvole. Non si ferma più. Fa presentazioni in giro per le librerie assieme al fumettista Andrea Meneghin, incontra testimonial per coinvolgere le scuole, sta stendendo le prossime sceneggiature del fumetto che avranno tra i protagonisti, oltre al famoso generale di divisione, anche il volto di Luca. “Questa mia creazione non ha nessuna connotazione politica. E’ solo voglia di raccontare le missioni italiane all’estero e i valori universali che ispirano le donne e gli uomini che vestono la divisa con il tricolore”. www.terzalegio.it. Lieta Zanatta