02 Dicembre 2011 - Sottoscrivere un “reciproco e credibile impegno” tra comunità internazionale e autorità di Kabul per consolidare il processo democratico in Afghanistan anche dopo il 2014. E’ questo l’obiettivo della Conferenza internazionale in programma il 4 e 5 dicembre a Bonn, dal titolo “Dalla transizione alla trasformazione”, a cui parteciperà anche il Ministro Giulio Terzi. Lo ha spiegato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari nel consueto briefing con la stampa.
Ai lavori parteciperanno centotre delegazioni, tra cui ottantasei Stati e diciassette organizzazioni internazionali. La conferenza sarà presieduta da Karzai per sottolineare “l’assunzione di responsabilità” da parte delle autorità afghane.
Nel 2014 sarà completato il disimpegno militare della comunità internazionale, a cui seguirà però un “impegno di lungo periodo sul fronte civile, politico ed economico”, mentre le autorità afghane si dovranno assumere “responsabilità crescenti nell’attuazione delle riforme” come quella della governance, del rafforzamento democratico, del rispetto dei diritti umani, ha detto Massari.
Da parte italiana si lavora a finalizzare un memorandum of under standing per avviare con l’Afghanistan un “partenariato di lungo periodo”. “Non ce ne andremo dopo il ritiro dei militari, ma resterà un forte impegno nell’institution building e nel sostegno allo sviluppo economico”, ha assicurato il portavoce della Farnesina, ricordando tra le altre cose l’impegno della Cooperazione Italiana dal 2001 ad oggi, con 570 milioni di euro stanziati per gli aiuti e transitati verso il budget afghano, “onorando così il principio dell’ownership”.
Tra i temi in agenda anche quello della transizione, al termine della quale tutto il territorio afghano sarà sotto il controllo delle forze di sicurezza nazionali. Il 27 novembre il Presidente Karzai ha avviato la seconda fase del passaggio di consegne. Dopo le sette città e province da cui l’Isaf si è ritirata in luglio, questa nuova fase comprende sei province e sette città afghane, oltre a decine di distretti – molti dei quali a Herat, sotto il comando italiano – sparsi in tutto il Paese. Al termine di questa fase, la transizione riguarderà il 50% della popolazione afghana.
L’Afghanistan sarà al centro anche della Ministeriale NATO in programma il 7 e l’8 dicembre a Bruxelles, in cui sarà fatto il punto sulla missione e si rifletterà sulla rimodulazione del ruolo dell’Alleanza dopo il 2014.