Drammatico bilancio in Afghanistan nel giorno del ballottaggio per le elezioni presidenziali, in poche ore il caos più totale si è creato in tutte le zone sedi dei seggi e la paura serpeggia tra la popolazione. I talebani afghani sostengono oggi di avere realizzato un gran numero di attacchi, deducibili anche dal numero di morti e feriti, alla sicurezza ieri durante il ballottaggio da cui deve emergere il successore del presidente Hamid Karzai, per boicottare le elezioni.
Nella loro pagina web, i militanti dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, assicurano di aver messo in atto “centinaia di offensive su vasta scala, colpendo fra l’altro i centri di votazione, i posti di sicurezza e le strade che conducevano ai seggi”. Ieri il ministero dell’Interno afghano ha riconosciuto 150 attacchi da parte dei talebani, per un totale di circa 227 morti in varie zone dell’Afghanistan. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa, Zahir Azimi, precisando che sono morti 33 civili, tra cui 10 addetti al funzionamento del processo elettorale legato al ballottaggio presidenziale, 18 soldati e 176 talebani.
I feriti sono 63 civili a cui si aggiungono anche i votanti che, per il semplice atto di far valere il proprio diritto al voto, si sono visti tagliare le dita, e 93 talebani.
Azimi ha aggiunto che il numero di minacce alla sicurezza è stato ieri più elevato, rispetto al primo turno di voto il 5 aprile. Gli elettori afghani dovevano scegliere ieri fra l’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah, che al primo turno aveva ottenuto il 45%, e l’ex ministro delle Finanze Ashraf Ghani Ahmadzai, arrivato secondo con il 31%. Il vincitore succederà ad Hamid Karzai che guida il paese dalla cacciata dei talebani nel 2011 e non può ripresentarsi per un terzo mandato in base alla legge afghana.