Africa, epopea Hayatou:   presidente CAF dal 1987

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STORIE (Marrakech). Se a queste latitudini ci si lamenta di vedere sempre le stesse facce ai tavoli che contano del calcio, cosa dovrebbero dire in Africa dove domenica scorsa il camerunense Issa Hayatou è stato votato per il suo settimo mandato a capo della Federazione continentale? E’ da 26 anni che Hayatou governa il calcio africano e lo farà anche per i prossimi quattro anni. Il campione di qualche decennio fa Roger Milla non ha peli sulla lingua: “E’ la morte del calcio africano”.

E’ stato votato è un sottile eufemismo poichè alla fine il presidente uscente era l’unico candidato di una elezione bulgara. Hayatou e il suo alleato di sempre, il presidente della Federazione algerina Mohamed Raouraoua erano riusciti nell’intento, lo scorso mese di settembre, con un’altra votazione bulgara (44 voti a favore e solo 6 contrari) a far cambiare i regolamenti limitando i possibili candidati ai soli membri dell’Esecutivo africano; una mossa che ha escluso l’unico avversario che avesse osato contrapporsi al ventennale potere, l’ivoriano Jacques Anouma. E la FIFA sta a guardare.

Da parte sua Hayatou argomenta la sua rielezione in modi che ormai si conoscono anche a queste latitudini: “Volevo andarmene ma i miei sostenitori mi hanno obbligato a ricandidarmi. Siamo una squadra da 25 anni e per questa ragione ho accettato.Non vi sono limiti nel numero dei mandati, il solo limite è quello dei 70 anni, ne ho 66 e questo sarà il mio ultimo mandato”. A meno, vale la pena di aggiungere, che qualche mano benevola cambi di nuovo gli statuti.

Joseph Antoine Bell, ex portiere del Camerun che nel 1994 venne dimissionato dalla Nazionale perchè considerato il sindacalista del gruppo è impietoso nel descrivere il sistema di potere che regna in Africa: “La CAF funziona come un partito unico, le votazioni sono ad alzata di mano, un metodo che consente di conoscere chi si oppone al potere e favorisce le ritorsioni”.