Magazine Società

AFRICOM: USA e UE alla conquista dell’Africa

Creato il 09 aprile 2011 da Tnepd

AFRICOM: USA e UE alla conquista dell’Africa

AFRICOM: USA e UE alla conquista dell’Africa
Quella che segue è la trascrizione dell’intervista di Mahdi Darius Nazemroaya con Life Week, un’importante rivista cinese di Pechino. Nazemroaya è stato intervistato da Xu Jingjing per un articolo di Life Week su AFRICOM e la Libia, il 1 aprile 2011. L’articolo del 2008 citato da Xu Jingjing è “The Mediterranean Union: Dividing the Middle East and North Africa” di Nazemroaya.

XU JINGJING: Secondo la vostra analisi, qual è il ruolo di AFRICOM nell’intervento militare in Libia? Qual è la sua capacità?

NAZEMROAYA: In realtà, AFRICOM è ancora molto attaccato e dipendente da EUCOM sotto molti aspetti. Sarà attraverso questo intervento militare libico – e le operazioni militari future che deriveranno da questa guerra contro la Libia – che AFRICOM riuscirà a garantire ulteriormente la sua indipendenza da EUCOM. Ma voglio essere chiaro. Questo non significa che AFRICOM non ha alcun ruolo in Nord Africa, perché ha un ruolo sul terreno e credo sia stato attivamente coinvolto nel sostenere i combattenti ora contrari al colonnello Gheddafi in Libia. Il ruolo AFRICOM è attualmente nascosto o latente. E’ EUCOM, il comando operativo militare USA basato in Europa, che attualmente dirige le operazioni contro i libici. EUCOM si sovrappone anche alla NATO, EUCOM e NATO hanno gli stessi comandanti militari, come l’ammiraglio James Stavridis. Parecchi giorni fa ho ascoltato l’ammiraglio Stavridis parlare alla Commissione Forze Armate del Senato degli Stati Uniti e mettere in chiaro che l’Operazione ‘Alba dell’Odissea’ è diretta dall’Europa e che l’esercito degli Stati Uniti avrà sempre il controllo della campagna militare contro la Libia. Ha anche contraddetto il portavoce ufficiale  della NATO, dicendo che c’era una possibilità che le truppe della NATO avrebbero potuto atterrare in Libia per “operazioni di stabilizzazione”.

Tornando al ruolo di AFRICOM, ho detto che il ruolo attuale di AFRICOM è nascosto o latente. Man mano che i combattimenti in Libia continueranno, il ruolo di AFRICOM diventerà più chiaro, più importante e più visibile. AFRICOM è stato coinvolto nel lavoro di intelligence per quanto riguarda la Libia. Quando all’ammiraglio Stavridis è stato chiesto, da parte della Commissione Forze Armate del Senato degli Stati Uniti, del ruolo di al-Qaeda nel Consiglio di transizione di Bengasi, lui ha risposto automaticamente che il comandante di AFRICOM, il generale Carter Ham, potrebbe rispondere a questa domanda. Ciò indica che sul fronte dell’intelligence e, eventualmente, nell’addestramento dei ribelli, è AFRICOM ad essere responsabile e molto più coinvolto sul terreno in Libia.

AFRICOM: USA e UE alla conquista dell’Africa

Il bel Stavridis misura la penetrazione dei suoi missili

XU JINGJING: AFRICOM non ha truppe e non ha sede neanche in Africa. Qual è la sua missione principale? Come valutate la sua decisione di accrescere l’influenza degli Stati Uniti in Africa?

NAZEMROAYA: Come ho già detto in precedenza, AFRICOM è ancora aggregato a EUCOM.  Le sue capacità in un certo senso sono nominali. Sarà attraverso la campagna militare contro la Libia e gli anni di instabilità che infesteranno l’Africa dopo questa guerra, che AFRICOM si consoliderà come un comando militare operativo separato. Il principale obiettivo di AFRICOM è quello di assicurare il continente africano agli Stati Uniti e ai loro alleati. La sua missione è quella di contribuire a un nuovo ordine coloniale in Africa che gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno cercando di stabilire. Per molti versi, questo è ciò che l’intervento militare in Libia significa. La recente Conferenza di Londra sulla Libia, può anche essere paragonata alla Conferenza di Berlino del 1884. La differenza è che nel 2011 gli Stati Uniti sono al tavolo e, più importante, guidano gli altri partecipanti nella spartizione di Libia e Africa.

XU JINGJING: Quanto è importante una strategia africana per gli Stati Uniti?  Come valutate l’odierna influenza degli Stati Uniti in Africa? Quali sono gli ostacoli principali per gli Stati Uniti nell’espandere la loro influenza?

NAZEMROAYA: Certo, la Repubblica popolare di Cina ed i suoi alleati giocano un ruolo fondamentale nel rispondere a questa domanda. Gli Stati Uniti e i loro alleati non sono solo formulano una nuova strategia per mantenere e rafforzare il loro controllo sull’Africa, ma stanno lavorando anche per spingere la Cina ed i suoi alleati fuori dall’Africa. Gli Stati Uniti e molte potenze dell’Unione europea guardano nervosamente la Cina negli ultimi anni. La Cina sta aprendo una breccia importante in Africa, la Cina è in Africa un rivale strategico ed economico importante, una sfida per gli Stati Uniti e l’Europa occidentale. Inoltre la Cina ed i suoi alleati costituiranno uno degli ostacoli alla strategia degli Stati Uniti per controllare l’Africa. [Su questo punto proprio non concordo. Per come la vedo io sono tutti d'accordo di fottersi l'Africa: USA, UE, Cina e India. TNEDP]

Neanche il popolo d’Africa può essere dimenticato, perché svolgerà un ruolo molto importante nel resistere agli Stati Uniti e all’UE, sul lungo termine. Anche mentre parliamo ci sono proteste nell’Africa sub-sahariana, che non molte persone  dell’emisfero settentrionale neanche discutono o conoscono. In Senegal e in altre parti dell’Africa occidentale ci sono state proteste. In Africa centrale ci sono state proteste. Mentre le proteste nel mondo arabo sono osservate e riferite intensamente, le proteste di questi popoli sono per lo più ignorate.

XU JINGJING: Quali sono stati i cambiamenti della politica americana in Africa negli ultimi 20 anni? Quali sono state le motivazioni principali di questi mutamenti?

NAZEMROAYA: Ci sono molti modi di esaminare la politica estera degli Stati Uniti in Africa negli ultimi due decenni. Possiamo vedere un periodo di rivalità con le antiche potenze coloniali, come la Francia, ma quello che penso sia importante notare è che la politica estera degli Stati Uniti, in Africa, ha lavorato in modo crescente per l’espulsione della Cina. Ancora una volta, le motivazioni di ciò sono l’ascesa della Cina e la sua crescente influenza in Africa. Non si può ignorare la Cina quando si parla di Africa. Tutto questo ha portato all’attuale dimensione della cooperazione tra Washington, la Francia e le antiche potenze coloniali. Stanno lavorando insieme per assicurarsi il continente africano nella loro sfera di influenza collettiva e per espellere la Cina. Alla fine dei conti, questo è ciò per cui è stato creato AFRICOM. [Come sopra non concordo. Direi che se questa fosse l'intenzione, allora si occuperebbero primariamente di espellere i cinesi da USA e UE, cosa che in tutta evidenza non accade. TNEPD]

XU JINGJING: In uno dei suoi articoli, si parla dei piani francesi sulla formazione di una Unione Mediterranea. Nella sua analisi, perché la Francia è sempre attiva in questa regione?

NAZEMROAYA: Parigi è sempre stata attiva in Africa, a causa della sua vicinanza al continente e della sua storia coloniale in Africa. Furono i francesi a controllare il più grande impero coloniale in Africa. È anche per questo che ad un certo punto la Francia, con il sostegno di Belgio e Germania, parve un rivale importante di Stati Uniti e Gran Bretagna in Africa. La situazione sembra non essere più tale. Parigi e i suoi partner più stretti hanno armonizzato i propri interessi con quelli di Stati Uniti e Gran Bretagna.

AFRICOM: USA e UE alla conquista dell’Africa

Zbigniew Brzezinski, una manna per chi crede ai rettiliani

Mi fa piacere che abbiate sollevato la questione dell’Unione per il Mediterraneo o “Unione del Mediterraneo“, come è stata ribattezzata più tardi in una battuta da relazioni pubbliche. L’articolo che avete citato è stato effettivamente pubblicato dal North Africa Times diversi anni fa, che credo sia di proprietà libica. Quando il North Africa Times ha pubblicato l’articolo, hanno tolto la sezione in cui ho citato Zbigniew Brzezinski, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale dell’Amministrazione Carter, sui piani di lunga data per formare una Unione per il Mediterraneo e ciò che essa avrebbe comportato. L’Unione per il Mediterraneo è un’entità politica, economica e di sicurezza. E’ inoltre integrata a livello militare dal Dialogo Mediterraneo della NATO. Gli eventi che conducono alla dichiarazione formale dell’Unione per il Mediterraneo seguono gli stessi modelli che sono stati utilizzati per ampliare l’Unione europea e la NATO in Europa orientale. L’Unione del Mediterraneo ha lo scopo di radicare il Mediterraneo e il mondo arabo nell’orbita di Washington e dell’Unione Europea. E’ anche una testa di ponte in Africa. Il progetto prevede l’integrazione economica, privatizzazioni massicce e l’armonizzazione delle politiche. Si tratta di un progetto coloniale e serve a controllare e sfruttare i serbatoi di mano d’opera nel Sud del Mediterraneo a vantaggio dell’Unione Europea. In futuro, questo può essere utilizzato per sconvolgere il mercato del lavoro in Asia e in altre regioni.  Inoltre è attraverso l’Unione Mediterranea che le leggi sull’immigrazione e i rifugiati sono utilizzate per gestire gli afflussi di persone provenienti dal Nord Africa, dove sono stati creati. L’Unione europea si aspettava questi eventi e i suoi membri l’hanno detto in modo chiaro quando hanno fatto queste leggi.

XU JINGJING: Qual è la sua analisi sulle azioni degli Stati Uniti e dell’alleanza militare nei primi dieci giorni di guerra in Libia?

NAZEMROAYA: Le azioni nei primi dieci giorni di guerra non sono mai state destinate a proteggere i civili. Le operazioni militari sono state di natura offensiva, un mezzo per indebolire la Libia come stato indipendente. Ho detto prima che ho ascoltato la testimonianza dell’ammiraglio Stavridis al Comitato per le forze armate del Senato degli Stati Uniti a Washington e vorrei ripeterlo di nuovo. In udienza, sia l’ammiraglio Stavridis che il senatore McCain hanno involontariamente affermato che le sanzioni e le no fly zones non servono a nulla. Questo è molto importante. Se queste azioni non producono nulla, allora perché gli USA spingono affiché siano  imposte ai libici? La risposta è che l’operazione non è di carattere umanitario, è un atto di aggressione allo scopo di aprire la porta, in Libia e in Africa, a un nuovo progetto coloniale.

Mahdi Darius Nazemroaya

Specialista sul Medio Oriente e Asia Centrale.

Ricercatore associato presso il Centre for Research on Globalization (CRG).

Global Research, 7 aprile 2011
Life Magazine (Cina) – 01.04.2011

Traduzione di Alessandro LattanzioAurora03.da.ru – e TNEPD

http://aurorasito.wordpress.com/2011/04/08/verso-la-conquista-dellafrica-lafricom-del-pentagono-e-la-guerra-contro-la-libia/


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :