Magazine Attualità

Afro-Napoli United, una squadra contro il razzismo

Creato il 25 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Afro-Napoli United

Foto Afro-Napoli United

Quest’oggi, accanto agli insulti a sfondo razziale e territoriale che, purtroppo, sono quasi all’ordine del giorno durante una partita di calcio, c’è anche qualcosa non solo da salvare ma anche da promuovere. Stiamo parlando della nascita di squadre come l’Afro-Napoli United, composte prevalentemente da immigrati, al fine di combattere episodi tristi e sconcertanti per il calcio italiano, come quelli che hanno visto come oggetto di offesa l’ex rossonero Kevin-Prince Boateng, nell’amichevole con la Pro Patria, o Balotelli, sempre preso di mira, per un motivo o per un altro. Per i secondi, i cori denigratori a sfondo territoriale, invece, il discorso è diverso: infatti, sono indirizzati ai tifosi di una determinata squadra. In questo caso, possiamo citare i cori o le coreografie di scherno rivolte ai tifosi del Napoli da parte degli ultras juventini e rossoneri.

Tornando al tema principale, Carmelo Buscema ed io abbiamo avuto la grande opportunità di interagire con il presidente dell’Afro Napoli, Antonio Gargiulo, ponendogli le domande che seguono con le rispettive risposte:

Come è nata l’idea di fondare una squadra composta prevalentemente da immigrati?
L’idea è nata vari anni fa, quando giocavo ancora a calcio con amici. Lavorando nel sociale, ho avuto l’opportunità di conoscere, tramite cooperative sociali di Napoli, ragazzi migranti che ho invitato a giocare a calcio. Col passar del tempo a giocare c’erano più ragazzi migranti che napoletani e così, con il mio amico senegalese Jhonny, è nata l’idea di creare una squadra aperta a tutti i ragazzi migranti della nostra città.

Quand’è stata fondata la società?
Ottobre 2009.

Quali sono stati i motivi che hanno portato alla sua fondazione?
Fare qualcosa di concreto per tutti questi ragazzi che vivono in situazioni di vera difficoltà economica e sociale. Una squadra che, attraverso il calcio, faccia integrazione e socializzazione. Nel nostro piccolo, sul campo di calcio riuscivamo a regalare a questi ragazzi emozioni e sorrisi e, nello stesso tempo, promuovere la socializzazione e la cultura sportiva.

Al momento della fondazione, avete riscontrato delle difficoltà dal punto di vista economico e sociale?
Certo, i campi di calcio in città sono pochi e costosi. Dal punto di vista sociale, non è stato per niente facile creare e mantenere per anni un gruppo di ragazzi provenienti da vari continenti del mondo e con culture molto diverse.

Come vi finanziate? Avete degli sponsor?
All’inizio, abbiamo praticato l’autofinanziamento poi abbiamo avuto da subito il sostegno di GESCO, Gruppo di imprese sociali che oggi ci fa anche da sponsor.

Di che origine sono i vostri giocatori?
Prevalentemente vengono dal continente africano (Senegal, Costa d’Avorio, Tunisia, Nigeria, Capo Verde) poi abbiamo alcuni ragazzi che vengono dal Sud America e dall’est Europa.

Siete riusciti subito a convincere i ragazzi a far parte del progetto?
È stato facile, hanno subito aderito alla nostra idea di sport antirazzista e per loro è anche una grande occasione di rivincita e di riscatto sociale.

Hanno avuto delle perplessità, oppure hanno mostrato incertezza?
No, per fortuna non abbiamo riscontrato problemi nel persuaderli a prendere parte al progetto.

Quali sono i vostri colori sociali?
Verde e bianco.

Su quale campo la squadra si allena e ospita i propri avversari?
Non abbiamo un campo fisso, proprio per quello che ho detto prima sui campi. Per questa stagione, ci alleniamo il lunedì al Buonocore di San Giovanni a Teduccio, il giovedì al San Rocco di Capodimonte e il sabato abbiamo avuto l’assegnazione del campo comunale Dietro La Vigna per le partite casalinghe della FIGC.

Nel gioco espresso, la squadra si ispira a qualche grande realtà del calcio moderno?
Giochiamo sempre all’attacco per vincere, cerchiamo sempre di imporre il nostro gioco.

Quale modulo usate?
Per anni abbiamo giocato sempre con un 4-3-3 zemaniano; questa stagione il mister Paolucci sta utilizzando il 4-4-2 ma sempre con una spiccata propensione all’attacco.

Avete ricevuto inviti da parte di squadre più note per amichevoli?
Ci hanno ospitato squadre della provincia di prima categoria o di promozione, niente di più. Il calcio dei professionisti ci snobba.

Chi sono i giocatori chiave?
Tutti fortissimi, per questo ci snobbano, hanno paura che li battiamo. (scherzando…)

Oltre a giocare a calcio, i giocatori dell’Afro Napoli nella vita che lavoro svolgono e/o sono alle prese con corsi di studio?
Fuori dal campo le cose si complicano abbastanza. C’è chi ha un lavoro precario, chi neanche quello, chi fa il badante e chi l’ambulante. C’è anche Diego dal Paraguay che ha superato i test per la facoltà di Economia e Maxime che sta seguendo un corso di italiano.

Come sta andando l’Afro-Napoli United in campionato?
Partecipiamo a due campionati: l’AICS Napoli, dove siamo primi con 4 vittorie e 1 pareggio; il campionato di terza categoria FIGC, che affrontiamo per la prima volta e che deve ancora iniziare.

Chi è il capocannoniere della squadra?
Dodò, capoverdiano, per due volte capocannoniere del campionato, fino ad oggi ha segnato 94 gol in partite ufficiali con la nostra maglia.

La squadra ha già vinto tornei e coppe?
Si, tante, le più importanti: campionato provinciale AICS Napoli 2011-2012; Supercoppa AICS 2010 e 2013, terzo posto campionato nazionale AICS.

Come si sono inseriti i giocatori nel contesto dei campionati dilettantistici?
Fino ad ora abbastanza bene.

Ci sono stati episodi di contestazione a sfondo razziale?
Pochissimi e stupidi, dettati per lo più dall’ignoranza. Ma devo dire che, solitamente, siamo molto ben accolti.

E se si, i ragazzi come hanno reagito a questi episodi?
Si, un pochino, ma niente di straordinario. Cerchiamo sempre di promuovere il rispetto per le regole e per l’avversario, in campo spesso se ne dicono di tutti i colori, ma al triplice fischio deve finire tutto.

Pensate che questa iniziativa possa aiutare la gente ad agevolare l’integrazione tra razze?
Credo proprio di sì. A Napoli esistevano squadre di migranti, che rappresentano il proprio paese di provenienza. Quindi, se vogliamo, squadre che evidenziano la “differenza” e la “ghettizzazione”. Afro-Napoli è, invece, piena integrazione, migranti da ogni parte del mondo e napoletani. È lo specchio della città. E non solo: andare in giro per la provincia di Napoli, promuovendo i nostri valori ed i nostri ideali antirazzisti, dimostriamo anche che esiste una città oramai multietnica che sa anche organizzarsi, divertirsi e vincere.

Con la speranza che il tempo possa farci dimenticare gli episodi di razzismo che macchiano i nostri campionati e che quest’iniziativa si riveli efficace in un’ottica futura, ringraziamo sentitamente Antonio Gargiulo e l’Afro-Napoli United, augurando loro il meglio, sia in campo che fuori.

Articolo di Alessandro Liturri e Carmelo Buscema.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :