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Agatha & Willy (parte terza)

Creato il 18 settembre 2012 da Unostudioingiallo @1StudioInGiallo
Come si è visto nella prima e nella seconda parte della nostra riflessione sul legame fra i due scrittori britannici più venduti e tradotti al mondo, diversi titoli agathiani si ispirano alle grandi tragedie del Bardo di Stratford-upon-Avon.
La Regina del Giallo amava Shakespeare amava Shakespeare, e non esitava a chiamarlo in causa: Sento i pollici che prudono, Alla deriva, La parola alla difesa, Il deserto del cuore rappresentano innanzitutto un attestato di stima nei confronti del grande drammaturgo.
Del resto Dame Agatha aveva le idee chiare, riguardo all'approccio con i grandi classici della letteratura:
Non c'è errore più grande che sentir parlare o vedere determinate cose nel momento sbagliato. Shakespeare, per esempio, è un capitolo chiuso per tutti quelli che sono stati obbligati a studiarlo a scuola; l'unico modo serio per accostarvisi, invece, è quello di vederlo rappresentato in palcoscenico, la sede naturale per cui Shakespeare ha scritto. E' l'unico sistema, tra l'altro, per apprezzarlo anche da giovani, molto tempo prima di essere in grado di penetrare la bellezza delle parole e della poesia. Quando mio nipote Mathew aveva circa undici o dodici anni, lo portai a vedere Macbeth  e Le allegre comari di Windsor  a Stratford. Le apprezzò entrambe, ma un suo commento mi giunse inaspettato. Mentre uscivamo, mi si rivolse con aria intimidita, dicendomi: "Sai, non avrei mai  pensato che fosse Shakespeare  se non l'avessi saputo prima". Voleva chiaramente essere una testimonianza di stima verso Shakespeare e come tale la presi. (Agatha Christie, La mia vita)
Agatha & Willy (parte terza)In determinati casi l'opera del Bardo finisce addirittura col diventare parte integrante dell'intreccio; si veda, ad esempio, Sipario - L'ultima avventura di Poirot: scritto durante la seconda guerra mondiale e pubblicato nel 1975, il romanzo ruota intorno a una misteriosa serie di omicidi commessi "per interposta persona" da un novello Iago, e le vicende di Otello costituiscono un indizio fondamentale ai fini della risoluzione dell'enigma.
E' Macbeth, tuttavia, la più sanguinaria e marcatamente noir fra le tragedie scespiriane, a fare la parte del leone: oltre alla citazione in Sento i pollici che prudono, di cui si è detto, la parabola degli usurpatori del trono di Scozia fa capolino in diversi romanzi agathiani: ne Il Natale di Poirot, la dolce Lydia Lee fa il verso a Lady Macbeth e diviene, per un istante, un'immensa eroina tragica...

... chi lo avrebbe detto, che il vecchio avesse tanto sangue?

, si lascia infatti sfuggire contemplando il cadavere dell'odiato suocero.

Agatha & Willy (parte terza)

La straordinaria attrice britannica Maggie Smith
nei panni di Lady Macbeth (1978)

Ancora: in Macabro quiz una delle più brillanti studentesse del collegio femminile di Meadowbank tratteggia così le due figure più ambiziose e diaboliche del mondo letterario: "Macbeth ... era attirato dall'idea del delitto, e ci aveva pensato parecchio, ma aveva bisogno di una spinta per agire. Lady Macbeth era avida e ambiziosa. A lei non interessava come ottenere quel che voleva, ma una volta arrivata al suo scopo si accorgeva che, in fin dei conti, non ne era valsa la pena".
In Un cavallo per la strega, Mark Easterbrook e Hermia Radcliffe assistono a una rappresentazione del Macbeth  all'Old Vic ed ecco il sagace commento della ragazza:  "Nella scena col dottore, dopo quella di Lady Macbeth sonnambula, 'Non sai curare, tu, una mente inferma', [l'attore protagonista, n.d.R.] ha reso evidente ciò a cui non avevo mai pensato prima, e cioè che in realtà, con quelle parole, Macbeth ordinava al dottore di uccidergli la moglie. Eppure, lui l'amava. Non nascondeva mai la sua lotta fra la paura e l'amore. Quel 'più in là avresti dovuto morire' è stata la battuta più impressionante che io abbia mai sentito". Inoltre al Cavallo Pallido, l'antica locanda di Much Deeping, dimorano tre "streghe" appassionate di magia nera che avrebbero colmato d'inquietudine lo stesso tiranno di Scozia...

Agatha & Willy (parte terza)

Yggdrasil


E se Poirot e la strage degli innocenti ci regala un insolito binomio criminale - Lady Macbeth e Narciso (non sveliamo di più per non guastare la sorpresa a chi non avesse ancora letto il romanzo, e se appartenete a quest'ultima categoria affrettatevi a rimediare, s.v.p.!), in Poirot e la salma l'alibi di uno dei personaggi comincia a scricchiolare pericolosamente allorché si profila all'orizzonte la sagoma di Yggdrasil, l'albero della vita nella mitologia scandinava (le streghe del Macbeth rappresentano le Norne, ovvero le Sorelle Fatali che tessono le trame del mondo alle radici dell'albero cosmico).
Infine, una curiosità: ci siamo chiesti se un legame così profondo potesse varcare, in qualche modo, i confini della letteratura... e un altro albero ci ha fornito una risposta davvero interessante:
Family Tree

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