Dopo il declassamento-screditamento dell’Italia di Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, le indagini della Procura di Trani evidenziano come dietro alla destabilizzazione dei mercati, con l’innalzamento dello spread, ci fosse una “serie di artifici”. La trama s’infittisce quando si scopre che il capo del Governo tecnico è stato “Senior European Advisory Council” di una delle agenzie di rating incriminate
Francesco Filini per ilVostro.it
ROMA – La procura di Trani ha chiuso lo scorso 31 Maggio le indagini su Standard & Poor’s, l’agenzia di rating indagata insieme a Moody’s eFitch a seguito della denuncia dell’Adusbef e di Federconsumatori sul report del 6 Maggio 2010, dove bollavano l’Italia come “Paese a rischio”. I successivi attacchi sull’affidabilità creditizia del Belpaese, fatti di continui declassamenti e giudizi negativi, hanno progressivamente incentivato la fuga degli investitori e fatto alzare lo Spread, provocando un caos e un’instabilità politica tale da costringere alle dimissioni l’allora Premier Berlusconi a favore di Mr. Mario Monti, l’uomo espressione diretta della finanza mondiale.
DESTABILIZZAZIONE DEL PAESE Secondo il Pm Michele Ruggiero, S&P avrebbe messo in essere “una serie di artifici concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari”, con l’aggravante di “aver cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità”. Accuse pesanti che secondo Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori mettono in luce un disegno a dir poco inquietante: “quando si leggeranno le carte della corposa inchiesta della Procura di Trani, corredata dalle intercettazioni telefoniche tra la sede di Milano e quella di New York di Standard & Poor’s ci si renderà conto non soltanto di manipolazioni continuate e pluriaggravate del mercato, a partire dal maggio 2010, ma di un vero e proprio disegno criminoso per un sistematico attacco portato contro l’Italia, appositamente scelto nei momenti di maggiore debolezza, anche con la finalità di indebolire la moneta unica europea, destabilizzando l’euro“.
CONFLITTO D’INTERESSE Sono in molti a puntare l’indice contro l’assoluta parzialità delle “Big Three” e del loro macroscopico conflitto d’interesse: queste entrerebbero in gioco quando i mercati finanziari non garantiscono più gli enormi profitti della speculazione di banche e grandi gruppi finanziari che controllano direttamente le agenzie di rating. Organizzazioni private nate per garantire il profitto che gli stessi privati ottengono dal debito pubblico delle nazioni di tutto il globo.
E SPUNTA MARIO MONTI La trama del disegno criminale descritto dal Pm di Trani
L’UOMO DEI MERCATI FINANZIARI Monti è stato voluto e imposto dai mercati finanziari per far si che l’Italia garantisse la liquidazione degli interessi sul quel debito pubblico che, nonostante una pressione fiscale così pesante e i colpi di mannaia imposti alla spesa pubblica, continua stranamente e costantemente a lievitare, toccando cifre record come quella attuale di 1965 miliardi. Lo Stato italiano sta incassando miliardi di euro dalla vendita dei titoli (come dimostra il continuo innalzamento del debito), dal risparmio sulla spesa (gli enti locali hanno le casse prosciugate) e dalla tassazione orizzontale su tutti i cittadini, eppure per l’Emilia messa in ginocchio dal sisma non c’è un euro: che fine fanno i nostri soldi?
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