Un mio intervento gentilmente accettato dalla redazione di Salviamo il Paesaggio.
Un commento da un sito no tav sul ruolo (persecutorio) della magistratura. Consiglio di leggerlo tutto, ma questa forse è la parte saliente: “Il movimento notav dal canto suo ha deciso da tempo di non fare solo cortei colorati a decine di kilometri dal cantiere, e percorre con protagonismo tutte le strade di questa battaglia, non lasciando intentato nulla, anche quando decide di fare la prima mossa, cioè tentare di danneggiare materialmente il cantiere, lo fa sempre e solo nel solco della lotta popolare, con azioni di resistenza e sabotaggio. Però la strategia è chiara, portare al limite tutto per avere materiale per procedere ad arresti ma ancor prima alla criminalizzazione pubblica di un movimento che soppesa parole e azioni e decide, ancora oggi e sempre, in assemblee pubbliche la strategia da tenere. Sfidiamo chiunque a spiegarci come dovremmo tentare di fermare il Tav veramente se non con la lotta, e quando diciamo veramente, diciamo per davvero, non come esercizio stilistico.Il dato reale è che il potere difende se stesso, quest’opera non è più solo il bancomat dei partiti che abbiamo svelato più volte, è una questione di principio, una questione di potere se volete, e chi perde è sconfitto per sempre, e lo cricca che vive di privilegi e mangia su opere queste, non se lo può proprio permettere.”
Eh già: facile criticare i no tav per la violenza fisica che usano nei confronti del cantiere, ma qualcuno ha idee migliori? Non valgono quelle che in vent’anni non hanno funzionato.