Magazine Società
Ieri sera, allo Spazio Promozione Software Libero, riunione settimanale di AVi LUG. Pochi ospiti, complice il periodo estivo.
Uno di questi era una persona anziana, mai vista prima, credo, che ha ricevuto assistenza da Matteo. Aveva un portatile con Ubuntu 10.04 e una chiavetta internet dal nome esotico che non ne voleva sapere di funzionare. Dopo un'ora abbondante di smanettamenti e alchimie, e dopo aver consultato tutte le guide disponibili su Internet sull'argomento: "come faccio a navigare su Internet con la mia chiavetta Hiauuei", a Matteo è bastato copiare gli antichissimi driver presenti sulla chiavetta per farla funzionare. Driver fatti appunto per Ubuntu 10.04.
Matteo ha fatto notare al distinto signore che stava usando una versione (quasi) non più supportata di Ubuntu, e che con una versione più recente, la chiavetta internet sarebbe stata riconosciuta subito. Il signore l'ha guardato male.
It's a Hard(y) Life
Un episodio simile mi capitò al Linux Day dell'anno scorso, quando si presentò una persona per chiedere assistenza sul suo portatile. Questa persona lamentava il fatto che non riceveva più aggiornamenti, anche se il PC funzionava benissimo. All'accensione del notebook vidi un'immagine che non vedevo da anni.
Ubuntu 8.04 "Hardy Heron", una delle versioni che ho più amato di Ubuntu, la prima che ho usato con regolarità (ricordo a tutti che sono un kubuntero della prima ora). Dopo qualche momento passato a ricordare i bei tempi andati, con il cuore che versava una lacrima di nostalgia, spiegai dettagliatamente il ciclo di vita dei rilasci di Ubuntu e consigliai a questa persona di aggiornare il proprio PC a una versione più recente.
Il tizio stette pazientemente ad ascoltarmi, fino a quando arrivai alla parte "aggiorna il tuo PC che ormai questa Ubuntu è passata a miglior vita". Non riuscii ad andare oltre: mi guardò come se gli avessi detto che doveva buttare la sua Lancia Beta Montecarlo del '75 per una nuova fiammante Fiat Panda BiPower. Farfugliò qualcosa che suonava tipo "va benissimo così, grazie!", richiuse il portatile, e se ne andò velocemente prima che riuscissi ad illuminarlo sui vantaggi dell'uso di programmi aggiornati che... (seguono parole che si spengono in gola).
Meglio così: avesse visto "Unity" gli sarebbe venuto un colpo.
Non so se ci sia una morale per queste due storie, ma un insegnamento sicuramente sì. Sappiamo già che non esiste una distribuzione giusta per tutti, ma che tutti possono trovare una distribuzione giusta. A questo concetto aggiungo che esiste un rilascio di una distribuzione giusta. Lo so: Ubuntu (e Linux in generale) migliora di rilascio in rilascio, e versioni di software libero più recenti garantiscono funzionalità più complete, e - udite udite - prestazioni migliori. Ma aggiornare una distribuzione implica comunque un cambiamento, cambiamento che alcuni potrebbero non essere in grado di sopportare. Io stesso ci misi anni a riprendermi quando Kubuntu ebbe la malaugurata idea di stringere in un abbraccio mortale "l'immaturo" KDE 4.0
Aggiornare, passare a un rilascio più recente, per molti utenti può un salto nel vuoto, e quindi quando un Linux evangelist consiglia l'aggiornamento deve valutare attentamente chi si trova di fronte. Le persone che usano Linux sono adesso molte di più che in passato, e molte di esse richiedo "sicurezza e stabilità" molto più che "novità" e "sperimentazione".
Link:
La migliore distribuzione Linux di tutti i tempi
La migliore distribuzione Linux di tutti i tempi - II parte- by Dario Cavedon - dariocavedon.blogspot.com
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