Secondo quanto mi sembra di capire, già da un pezzo gli ambienti statunitensi della “neostrategia” (del caos), quelli rappresentati al momento dall’Amministrazione Obama, non hanno particolarmente incisivi interventi da compiere in Italia. Credo che, tutto sommato, sentano di potersi fidare di chiunque si affermi qui da noi. Non temono Berlusconi né i “grillini”. Il primo, con mesi di ritardo, ha rivelato – una rivelazione in sordina che saranno, sì e no, ancora in mille a ricordarsi in Italia, dato il silenzio della stampa dominata e pagata al 90% dai “cotonieri” e quello della “sinistra” e del suo “popolo” di freaks – che l’aggressione alla Libia e l’assassinio di Gheddafi non erano giustificati, non era stata presa alcuna decisione comune per una simile scelta, Gheddafi era amato dal suo popolo per nulla affatto rappresentato dai “ribelli”, e altre affermazioni del genere. Ha anche sostenuto che aveva pensato di dimettersi per protesta; non l’ha però fatto e si è adeguato alle miserabili azioni intraprese dai suoi meschini ministri Frattini (che adesso l’ha mollato) e La Russa. Inoltre, Berlusconi nulla ha proferito circa l’appoggio degli Usa all’aggressione, al lancio di ben oltre cento missili mare-terra dalle navi americane come apertura delle ostilità, all’uso di Francia e Inghilterra quali semplici sicari (seguiti da altri paesi, fra cui appunto l’Italia, molto più attiva di quanto è apparso ufficialmente), secondo le necessità della strategia del caos, che non deve essere portata avanti sempre in prima persona, anzi il meno possibile con questa modalità.
Simile comportamento di Berlusconi, assunto con ritardo e senza dargli molto risalto, ha voluto trasmettere agli Usa il seguente messaggio: “io sono sempre qui di riserva, posso servirvi perfino meglio degli altri nel caso che l’evoluzione degli eventi in Libia (e in altri paesi dell’area) minacci di trasformarsi in qualcosa di contrario agli obiettivi perseguiti con l’aggressione; io manifesto un’attenzione moderatamente amichevole verso certi ambienti arabi non soddisfatti dell’eliminazione di Gheddafi, nel caso che i “ribelli” cominciassero a pendere verso correnti del musulmanesimo detto radicale” (personalmente mi vergogno, ma non è il caso del cavaliere, anche solo di nominare Al Qaeda, il costante imbroglio di cui gli Usa e scherani si servono per giustificare la repressione di determinate correnti con tendenza a qualche insubordinazione o “confusione di idee” su chi sono i veri padroni del campo). Questo è il messaggio berlusconiano.
Quello dei “grillini” può essere meno esplicito e più contorto (secondo me soltanto più pasticciato), ma sia chiaro che chi non dice alcunché sulle basi statunitensi in Italia, non assume la difesa dei nostri settori strategici, continua a dirsi europeista nell’attuale contesto della UE, non dà alcun fastidio agli Usa, anzi si rende garante della sussistenza di organi creati per la netta subordinazione alla potenza statunitense. Vi è chi si prodiga a creare un’ambiguità favorevole a quest’ultima, accettando la prospettiva di una ridiscussione e di qualche riforma (direi ritocco) dei trattati UE. No, questo è codismo, cedimento e trasmissione di un altro messaggio ad Obama: “se il malcontento dei popoli europei (soprattutto di quelli meridionali, specialmente ‘maltrattati’ dalla crisi) si facesse troppo acceso, noi forniamo i ‘pannicelli caldi’ per far durare la malattia e sfibrare questi popoli affinché, alla fin fine, accettino qualche ‘offa’ e stiano tranquilli”. Navighiamo in mezzo ad imbroglioni filo-atlantici di tutti i generi. Si deve rompere e basta; nessun compromesso invischiante, semplicemente contro la UE senza mezzi termini. Semmai, per un’Europa totalmente diversa, non banali “riforme” dei Trattati iugulatori.
Tuttavia, il mutamento di base sociale dei rinnegati del comunismo (cioè del piciismo, versione già degenerata del comunismo) è stato guidato da personaggi assai corrotti, ben “unti” dagli ormai noti “cotonieri” italiani. Si è cominciato nei primi anni ’90, dopo il crollo del “socialismo”, con i piciisti proni davanti ai confindustriali in auge (e vivi) a quell’epoca; si è continuato con quelli vendutisi agli stessi confindustriali (e banchieri) o ai loro eredi di questi anni. Simili squallidi “cotonieri”, con i loro segugi ex piciisti, non possono abbandonare la caccia al Mostro ormai creato e perseguito da vent’anni; dovrebbero pagare un prezzo piuttosto alto. Soprattutto non lo possono i segugi, questi voltagabbana che hanno fondato tutti i loro interessi, coadiuvati da sedicenti intellettuali di rara bassezza, sul servilismo nei confronti dei “cotonieri” e degli ambienti statunitensi.
Essi sono però in forti angustie. Da vent’anni cercano di far fuori il Mostro e asservire totalmente il paese, fra l’altro annientando i settori industriali strategici italiani. Berlusconi ha mostrato notevole codardia, mollezza, inettitudine ad essere vero statista e politico con spina dorsale eretta. Ciononostante, i buffoni (e baffini) presi per geni – tronfi e ben pasciuti dall’alimentazione di tutto l’establishment industrial-finanziario italiano, costituito da un’altra accozzaglia di “grandi imprenditori” attivi in settori “decisivi” (tipo, che so, l’occhialeria, gli abiti di gran moda, le scarpe e quant’altro ci renda paese succube al sistema predominante e fortemente innovativo nelle branche della più recente industrializzazione) – non sono riusciti a liquidare l’antagonista, malgrado gli innumerevoli saltimbanchi al loro servizio in finti dibattiti e inguardabili talk-show televisivi. Adesso sono all’ultima spiaggia; gli ambienti statunitensi cominciano a prendere atto della loro inefficienza e deficienza totali. Stanno ancora a vedere, ma se queste “tristi marionette” continuano a fallire come accaduto sinora potrebbero pure intervenire sui “cotonieri” ed imporre loro di cambiare cavallo. La strategia statunitense deve arrivare a ben altri risultati, oltre a quelli già conseguiti con tipici atti aggressivi o invece più morbidi e subdoli, e magari coperti dalla presunta “potenza della rete”, questa cervellotica credenza ultramistificatoria.
Siamo quindi vicini alla resa dei conti. Il forsennato accanimento giudiziario di questi ultimi giorni è “l’ultimo atto” dei “sinistri”: o questi ultimi riescono nell’intento, ormai del tutto scoperto, di rendere ineleggibile il Mostro e di farsi consegnare il paese (ovviamente per conto di chi ho già nominato più volte) oppure essi hanno in pratica esaurito la loro funzione. Si cercherà probabilmente di imbiancare nuovamente il medesimo sepolcro tramite questo Renzi, già recatosi a “chiacchierare amabilmente” con personaggi statunitensi. Costui, inoltre, piace perfino a quei settori di centro-destra che non vedono l’ora di fare il “salto della quaglia” (oggi anche denominato “salto di Frattini”). Quanto a Napolitano, poiché non mi è possibile esprimere la tenerezza che trabocca in me quando lo penso, dirò solo che è un gran simpatico personaggio di cui ancora non si sa se lo si vuole rinominare (forse “a tempo”) oppure se si cerca di porre le pietruzze adatte per eleggere presidente qualcuno appena un po’ meno simpatico di lui (non so, mettiamo Prodi o uno simile). Il presdelarep sta per il momento cercando la famosa “quadra” per vedere come affidare il paese alla sicura guida di uno schieramento che garantisca stabilità, quella serena e silente di una piacevolmente godibile cella mortuaria. Staremo a vedere.
In ogni caso, tutto lascia veramente prevedere che siamo verso il termine dell’assai poco esaltante spettacolo fornitoci negli ultimi vent’anni. In un finale eroico, “Lee Van Cleef” e “Clint Eastwood” dovrebbero finalmente porsi uno di fronte all’altro. Purtroppo, non siamo in un western all’italiana, e tanto meno all’americana. Ci sono soltanto “il Cattivo” e “il Brutto”, ma sono imitazioni pagliaccesche, tipo Franchi e Ingrassia in una pessima parodia dell’originale; in effetti, uno continua a sparare vigliaccamente quando l’altro è voltato di spalle. Riuscirà quest’ultimo a rigirarsi e a rispondere con efficacia al fuoco? Boh, per il momento non si notano movimenti efficaci in tal senso, però….. E’ in ogni caso certo – questa la nostra disgrazia – che manca il vero risolutore, “il Buono” (il Biondo/?), che stenda il “Cattivo” (Sentenza/“sinistra”) e lasci vivo e però imprecante e senza tesoro il “Brutto” (Tuco/“destra” berlusconiana). Peccato, sarebbe un così bel finale! E con il crescendo della musica di Ennio Morricone; che sogno radioso, che luce abbagliante sullo schermo!
F I N E
(assolutamente non THE END)