Se come me avete dei leggeri disturbi legati all'ossessione del controllo, sarete anche voi spaventate dalla nota dell'autore all'inizio. Ve la riporto tal quale:
"I capitoli dispari di questo romanzo sono ambientati per la maggior parte negli anni 198384.
I capitoli pari sono ambientati nelle ultime due settimane del giugno 1996."
Quando lessi questa nota ne fui tremendamente infastidita (ecco, e ora? Dimenticherò sempre in che periodo siamo. Sarà complicato. Farò avanti e indietro con le pagine e mi rovinerò il piacere della lettura) e affascinata allo stesso tempo (Come avrà fatto a rendere fluida la narrazione? Perchè questi salti temporali continui?).
Ma la verità è che dopo 20 pagine nemmeno me la ricordavo più la nota. Ero totalmente, profondamente, decisamente dentro il mondo creato da Coe e mi ci muovevo perfettamente a mio agio, senza alcun desiderio di uscirne. E certe domande mi sembravano assolutamente futili, rispetto a quelle che la storia mi aveva messo davanti.
La casa in cui vivevano alcuni studenti diventa 12 anni dopo una clinica in cui si cura la narcolessia. Questo libro racconta la loro storia, allora e ora. Io vorrei dirvi di più, ma come sempre non lo farò, nella speranza di invogliare almeno una di voi a leggerlo. In questo libro si parla di desideri che sono reali e di realtà da cui ci si può svegliare.
Però questo posso dirvelo, da ora: ha uno dei finali più belli, e romantici, e sorprendenti che io abbia mai letto. E dimenticate Liala, qui si parla di amore vero.