L’azione va liberata dalla febbre mentale, detersa da odio e da brama: non vi è dove andare, non vi è nulla da chiedere, nulla da sperare, nulla da temere.
Il mondo è libero: scopi e ragioni, “evoluzione”, fato o provvidenza, tutto ciò è nebbia, è cosa inventata da esseri che non sapevano ancora andare da se e abbisognavano di dande ed appoggi.
Ora, sarai lasciato a te stesso. E devi giungere a
sentirti un centro di forza, fino a conoscere l’azione che non si determina più per questo o quello oggetto, ma per se stessa.
Ecco: non sarai più mosso.
Distaccato ti muoverai.
Introno, gli oggetti cesseranno di essere oggetti di desiderio per te – diverranno oggetti di azione.
Roteando intorno a cose che non esistono più, gli impulsi di una vita irrazionale alla fine si estingueranno: e cadrà anche il senso dello sforzo, la mania del correre, del fare, dell’arrivare nell’azione, la serietà dolorosa ed il bisogno, il sentimento tragico ed il vincolo titanico; cadrà insomma la grande malattia – il senso umano della vita.
Subentrerà una calma superiore.
Appunto da essa potrà riscaturire l’azione, l’azione pura e purificante: è l’azione pronta, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, ad assumere qualsiasi direzione; l’azione inafferrabile, libera rispetto a se stessa, superiore al vincere ed al perdere, al successo ed all’insuccesso, all’egoismo ed all’altruismo, alla felicità ed alla sventura; l’azione disciolta dal vincolo, disciolta dalla identificazione, disciolta dall’attaccamento.
In una tale azione potrai trovare la purificazione, perché per essa l’ “individuo” non conta più e perché essa ti porta di là sia dalla conoscenza astratta, sia dall’impeto irrazionale delle forze inferiori.
Non spettri di concetti, di idee e di “valori” – ma visione senza segno, avente per unico, diretto oggetto la realtà. In più, appunto l’azione, ridestata come una cosa elementare, semplice, inattenuata.
(tratto da Introduzione alla magia, a cura del gruppo di UR, primo volume, ed. Mediterranee)