Quante volte hai imprecato perchè il mosso ti ha rovinato una foto?
Magari c’era troppa poca luce, o hai usato un tempo di posa troppo lento in rapporto alla lunghezza focale. Insomma, la foto era da buttare.
Se anche tu hai “sofferto” per questo problema, ho buone notizie per te. Esistono foto in cui il mosso non è un difetto, un danno irreparabile. Esistono foto in cui l’effetto mosso è un valore aggiunto.
In questi casi, si parla di mosso creativo, un effetto che ottieni intenzionalmente. Esso ti permette di ottenere risultati estremamente vari, dal tocco pittorico che può imprimere alla foto di un paesaggio, al risalto che è in grado di dare ai soggetti in movimento, all’interno di un’inquadratura nella quale siano anche presenti soggetti statici.
In questo articolo, ti spiegherò una tecnica molto particolare per ottenere il mosso creativo, che ti farà usare la tua macchina fotografica in una maniera completamente nuova.
Le tante declinazioni del mosso creativo
Partiamo da un presupposto: il mosso creativo può essere ottenuto in due modi. Il primo è quello di usare tempi di esposizione lunghi, stare fermi (meglio se si usa un cavalletto) e fotografare un soggetto in movimento. Per esempio, un gruppo di ballerine che si muovono su un palco, o degli alberi con le chiome scompigliate dal vento.
Il secondo è quello di usare tempi di esposizione lunghi e muovere la fotocamera fotografando un soggetto statico.
È il cosiddetto ICM: Intentional Camera Movement, un modo di fotografare che può senza dubbio ampliare le tue possibilità fotografiche, perché ti permette di offrire una visione diversa e un po’ romantica di soggetti altrimenti banali.
Ma, poiché catturare il movimento è un diletto fotografico che si declina in moltissimi modi diversi, esistono anche altre tecniche che hanno, in qualche modo, a che fare con l’effetto mosso. Per esempio il panning, lo zooming o il “camera toss” (quest’ultima un pochino estrema, perché consiste nel lancio della macchina fotografica!).
Questo articolo è incentrato, nello specifico, sul movimento intenzionale della fotocamera. Qui di seguito ti spiegherò su quali soggetti usarlo, quali risultati puoi raggiungere e come eseguirlo materialmente.
Il movimento intenzionale della fotocamera
Se vuoi applicare l’uso di tempi lunghi in esposizione a un soggetto in movimento, che sia il mare agitato o le nuvole che corrono in cielo spinte dal vento, beh dovrai trovare questo soggetto! Invece, con la tecnica del movimento intenzionale della fotocamera, hai la possibilità di ottenere foto originali in qualsiasi situazione, anche se, ovviamente, esistono soggetti sui quali funziona meglio.
Al centro di questa tecnica è ovviamente l’uso di tempi di esposizione lunghi: a partire da un quarto di secondo in su. Questo permette alla fotocamera di “dipingere” l’oggetto fotografico e restituirne un’immagine astratta.
I risultati che puoi ottenere sono ad esempio questi:
Impostazioni della reflex
Procedi impostando il modo di scatto a priorità di diaframmi. Potresti usare anche una modalità completamente manuale, ma in questo caso il discorso si complicherebbe, perché dovresti scegliere anche il tempo di scatto.
Nella foto qui sotto, scattata in priorità dei diaframmi, ho applicato un valore di apertura del diaframma veramente estremo: f/29! Perché mi sono comportata così?
Foto: © Eleonora Di Mauro – All rights reserved
I motivi sono due. Il primo motivo è che il tempo di esposizione lungo determina l’acquisizione di una grande quantità di luce: bisogna quindi quantomeno suggerire alla fotocamera di aprire poco il diaframma.
Per ottenere una migliore gestione della luce l’ideale è disporre di un filtro a densità neutra (filtro ND): si avvita sul frontale dell’obiettivo e riduce la luce in ingresso. Con filtri ND che riducono la luce di diversi stop, è facile scattare con qualsiasi tempo di esposizione, indipendentemente dalla quantità di luce disponibile.
Il secondo motivo è del tutto soggettivo: io uso questa tecnica soprattutto su alberi e paesaggi, per imitare la pittura. I quadri a cui m’ispiro hanno un aspetto etereo (i soggetti sono certamente meno definiti che in una fotografia) ma, allo stesso tempo, le pennellate sono ben visibili, spesso sotto forma di incrostazioni di colore sulla tela.
Ho notato che usare valori di apertura del diaframma da f/16 in poi restituisce molto dettaglio: questi dettagli, se ulteriormente incrementati in post produzione, sembrano proprio delle pennellate.
Attenzione però: c’è un intoppo. Questi valori di apertura del diaframma comportano anche una grande profondità di campo: tutto quello che finisce nella tua inquadratura sarà ben a fuoco e visibile. Per questo motivo, quando faccio questo genere di foto, curo moltissimo lo sfondo, che non deve presentare nessun elemento di disturbo. Considera in ogni caso che muovi la fotocamera, quindi i dettagli un po’ si confondono.
Per quanto riguarda il valore ISO dovresti cercare di usare valori bassi.
In generale, imposta il più basso valore ISO in combinazione con l’impostazione di apertura del diaframma più piccola. Se stai usando la priorità dei diaframmi, sarà poi la tua reflex ad applicare il giusto tempo di esposizione. Visto il valore di apertura, il tempo di esposizione sarà sicuramente lungo a suffcienza da ottenere l’effetto che stai cercando.
Adesso muoviti!
Il segreto di questa tecnica è ovviamente tutto nel movimento. Ma come muovere la fotocamera? Ecco, questa è la domanda da un milione di dollari.
Nonostante sia tantissimo tempo, infatti, che la sperimento, devo dire che ottengo risultati diversissimi, a fronte di cambiamenti minimi (davvero minimi) nel movimento che compio.
In generale posso dirti che dovresti seguire questa procedura:
- inizia a muovere la fotocamera,
- premi il pulsante di scatto (sentirai l’otturatore aprirsi),
- attendi che l’otturatore si richiuda.
Il passo 3 ha senso solo quando il tempo di esposizione è maggiore o uguale a un secondo. Con tempi più corti non ti accorgerai dell’intervallo di tempo tra l’apertura e la chiusura dell’otturatore.
L’effetto che otterrai dipenderà sicuramente dal tempo di esposizione, ma soprattutto dal tipo di movimento che farai fare alla fotocamera.
Potrai:
- ruotare la fotocamera lungo un cerchio immaginario,
- muoverla in su e in giù,
- muoverla a destra e a sinistra,
- ruotare la fotocamera su se stessa.
A seconda dei soggetti puoi compiere diversi tipi di movimento.
Se, per esempio, stai fotografando una distesa marina prova a fare un movimento orizzontale, se si tratta di un bosco, muovi la fotocamera dal basso verso l’alto o dall’alto verso il basso. In ogni caso, quando scatti, segui con il tuo movimento il naturale andamento delle linee che compongono il tuo soggetto.
Nelle due foto qui sotto si capisce che nel primo caso è stato compiuto un movimento dal basso verso l’alto, nel secondo una rotazione perfetta della fotocamera attorno al suo asse.
La scelta dei soggetti
Punta su paesaggi o soggetti con forme geometriche ben definite. Perché il tuo soggetto risalti fai anche in modo che lo sfondo non contenga elementi di disturbo, che finirebbero per confondere l’osservatore, impastandosi con tutto il resto.
I paesaggi marittimi funzionano bene, ma anche i boschi.
Effetti molto belli si ottengono anche fotografando le luci, meglio se colorate (per esempio una strada in città o un albero di Natale).
I grandi fotografi che praticano l’ICM
Esistono fotografi che hanno fatto del movimento intenzionale della fotocamera una scienza esatta. Li ammiro moltissimo, perché si sono spinti oltre offrendo interpretazioni diverse di questa tecnica.
Ti segnalo per esempio Chris Friel e ti consiglio di dare un’occhiata a questa splendida galleria di Doug Chinnery.
Vorresti vedere qualcosa di più amatoriale? Su Flickr esiste il gruppo ICM che raccoglie scatti selezionati, veramente strepitosi (mica tanto amatoriali…).
Ti segnalo anche Paolo Barzman, regista e sceneggiatore canadese (sua la regia della serie Being Human), di cui puoi vedere una bellissima immagine qui sotto.
Conclusione
Sperimentare nuove tecniche fotografiche, in grado di portarti lontano dai soliti stereotipi, è la vera linfa in grado di nutrire la tua passione per la fotografia. Questo vale ancor di più se stai attraversando un periodo in cui ti senti demotivato riguardo alla fotografia.
Il mosso creativo, in realtà, non aggiunge niente di nuovo e pionieristico a quanto è già stato fatto in fotografia fino ai giorni nostri. Ha importanza questo? Per me la risposta è: “Finché ti diverti, no”.
Un altro tema è spesso collegato alla discussione su questa tecnica fotografica: molti fotografi e critici del passato e del presente ritengono che la fotografia non debba imitare nessun’altra forma d’arte.
Qui però il discorso certamente si complica, quindi, se vogliamo chiacchierare su questo, possiamo approfittare dei commenti qui sotto.
C’è qualcosa di male nel fondere più forme artistiche, nel fatto che le arti si richiamino a vicenda? Tu cosa ne pensi?
Immagine di copertina