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Mondi sottosopra: il tuffo di un fotografo nella prospettiva delle pozzanghere

Da Ragdoll @FotoComeFare

A volte le idee più semplici sono le più interessanti.

Tutti, almeno una volta, abbiamo immaginato i mondi bizzarri che possono esistere dall’altra parte dei riflessi che incontriamo per strada, ma gli scatti del fotografo Manuel Plantin si focalizzano principalmente su queste realtà alternative, disorientandoci.

Non è che vada in giro a cercare apposta questo tipo di immagini. Non esco mai di casa senza una fotocamera, e quando inizia a piovere e vedo un’immagine, la catturo“, afferma Plantin.

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Scattate attraverso la leggera patina di pioggia che si posa sulle strade della sua città natale, Strasburgo, in Francia, le fotografie di Plantin incorporano le distorsioni dovute agli strati d’acqua, mentre le foglie e altri detriti aggiungono agli scatti una grana pittorica, ricca di texture.

Questo espediente, tra i più semplici in assoluto, sembra in qualche modo infondere nuova vita nei temi ricorrenti della fotografia di strada: i cartelli stradali e i lampioni, le sommità dei palazzi e, ovviamente, anche le persone.

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Sono pienamente d’accordo con la definizione di arte di Frank Zappa, ovvero il suo creare qualcosa dal nulla e riuscire a venderlo. Nel mio caso si tratta di trasformare pavimentazioni deprimenti in immagini che evocano i dipinti impressionisti, che ho sempre amato sin da quando ero bambino“.

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Plantin ha iniziato a scattare queste immagini per svago, nel 2011. Essendo un ammiratore di Saul Leiter e della sua celebre fotografia di strada, a sua volta ricca di riflessi della pioggia, ha tratto ispirazione da quella per giocare con gli specchi urbani nella sua personale interpretazione della fotografia di strada.

Pubblicando online le immagini, i commentatori hanno iniziato a suggerirgli di girare le immagini al contrario. “All’inizio non mi sembrava il caso, perché non le avevo inquadrate in quel modo“, afferma.

Tornando a casa dal lavoro, in una giornata molto piovosa, ho scattato i miei primi riflessi. Ho inquadrato fino all’altezza delle ginocchia delle persone che entravano o uscivano dall’inquadratura. Quando ho aperto i file con Lightroom ero molto emozionato: quattro o cinque scatti su più di venti erano veramente validi, e due di questi sono ancora tra i miei preferiti in assoluto“.

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Per creare le sue immagini Plantin cerca una convergenza di superfici piatte, colori, uno sfondo chiaro e una persona che entra o esce dall’inquadratura. Cerca di mantenere la fotografia molto naturale, usando la modalità manuale e non tagliando mai gli scatti, con elaborazioni minime in post-produzione.

Per quanto riguarda lo scattare al contrario, dice che è solo una questione di pratica con il mirino.

Non è proprio fotografia di strada classica, ma la realizzo allo stesso modo. Non ho molto tempo per inquadrare, perché la gente si muove velocemente“, racconta il fotografo.

Rispetto alla classica fotografia di strada, generalmente le persone non fanno molto caso a me perché, anche quando sono molto vicino, punto la fotocamera al terreno… I francesi sono molto suscettibili sull’argomento della fotografia di strada, per via delle nostre leggi che proteggono i diritti di immagine: un concetto ambiguo che chiaramente crea molti problemi ai fotografi di strada“.

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In mancanza di un’attrezzatura di medio formato 6×6 tra le Leica che di solito usa per fare questi scatti (M8 e M Monochrom), Plantin ha anche una versione parallela di questa serie scattata con un iPhone, per creare immagini quadrate.

È un esempio che illustra chiaramente come i suoi riflessi siano semplicemente questo, fotografia e basta, senza voler abbracciare qualunque precisa estetica, tecnica o posa concettuale.

Come vicedirettore di un giornale regionale, Plantin è contento di mantenere il suo lavoro fotografico a una dimensione personale, per lasciare che siano i professionisti a fare le cose serie.

Nel nostro staff abbiamo dei fotografi con cui non voglio avere problemi :-)“, ha scritto per email.

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Tutte le fotografie sono di Manuel Plantin.

Articolo di DOUG BIEREND, liberamente tradotto dall’originale: https://medium.com/vantage/finding-the-up-in-down-b22a69ecb21d


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