L’ Agnocasto (Vitex agnus castus L.), della famiglia delle Verbenaceae è un arbusto che può arrivare a una altezza di circa 6 metri con una vistosa fioritura bianca o violacea estiva. Le foglie sono decidue, opposte, hanno un odore che ricorda la salvia e in più assomigliano in modo impressionante a quelle della marijuana, caratteristica che gli ha fatto guadagnare l’appellativo di “hemp tree”. I fiori, ermafroditi, sono minuscoli e somigliano a una piccola campana, con colori che vanno dal viola al rosa-biancastro e, come frutto, producono una drupa di 4 mm circa.
L’agnocasto ha da sempre fatto parte delle piante medicinali dell’antichità ed è citato da Plinio il Vecchio e anche nelle opere di Ippocrate nel IV secolo a.C..Le parti utilizzate in fitoterapia sono i frutti, maturi ed essiccati. I costituenti sono moltepici ad iniziare dall‘olio essenziale (pinene e cineolo). I frutti sono inoltre ricchi in flavonoidi (casticina, vitexina, isovitexina ecc.), alcaloidi (viticina), glucosidi iridoidi (aucubina e soprattutto agnuside) e castina, un principio amaro.
Come detto molto utilizzata dagli antichi, è ancora oggi apprezzata anche dalla medicina tradizionale moderna che gli attribuisce proprietà antispasmodiche e antidolorifiche. Inoltre è una pianta sedativa, utile per le vertigini, per gli spasmi intestinali, per l’insonnia e per le malattie psicosomatiche.
Ma la vera utilizzazione è nella sindrome premestruale, ipeprolattinemia e turbe funzionali del ciclo mestruale, dato che aumenta il livello degli ormoni progestinici. Sul “British Medical Journal” è stato reso publico uno studio che ha messo a confronto l’efficacia e la tolleranza dell’agnocasto con un placebo in donne affette da sindrome premestruale. A 170 donne con età media di 36 anni e con ciclo mestruale regolare è stata somministrata una compressa al giorno per tre cicli consecutivi; i risultati hanno evidenziato una buona tolleranza associata anche ad un buon sollievo dei sintomi.
I fitoterapeuti consigliano l’agnocasto a donne di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, in buono stato di salute, con funzioni ovariche in buono stato e senza disturbi alla tiroide. Fra gli effetti collaterali ci possono essere reazioni allergiche, cefalea e aumento delle perdite mestruali.
Dato il meccanismo di azione della pianta e dei suoi estratti sono possibili interferenze con estroprogestinici, antagonisti della dopamina, e con terapie ormonali.
Naturalmente, come ho sempre ricordato nei post precedenti, prima di assumere qualunque tipo di erba è SEMPRE bene chiedere il parere al vostro medico curante: TUTTE le erbe contengono dei principi attivi che possono risultare anche MOLTO pericolosi per chi li usa con il fai-da-te quindi dobbiamo essere sempre certi di quello che facciamo e assumiamo, perché con la salute, anche la propria, non si dovrebbe scherzare mai.
Foto di Tatters:)
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