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AgoraVox Italia smerda i giornali tradizionali

Da Soloparolesparse

Naturalmente sto parlando dell’intervista che Francesco Piccinini, direttore di AgoraVox Italia, è riuscito ad ottenere da Julian Assange ed ha pubblicato sul suo giornale partecipativo online.

L’intervista è splendida!
Nel senso giornalistico del termine… vale a dire che è ben fatta, tocca i punti fondamentali della storia di Assange e soprattutto rivela un sacco di particolari fino a qui rimasti assolutamente sconosciuti nel nostro paese.

AgoraVox Italia smerda i giornali tradizionali

Come mai sconosciuti?

Per il semplice motivo che nessuno dei giornali italiani si è preoccupato di provare ad intervistare il proprietario di Wikileaks, nonostante il sito stia rischiando di destabilizzare gli equilibri del mondo moderno.
Paura? Incapacità?
Probabilmente entrambe le cose. Nessun dubbio che i giornali vivono ormai quasi completamente sulle agenzie e sono ridotti al lumicino inchieste e approfondimenti (per non parlare dei casi in cui manca addirittura la verifica della notizia).

Piccinini ha avuto il vantaggio di conoscere Assange e questo gli ha permesso di realizzare un colpo giornalistico davvero importante, che speriamo quantomeno possa aiutare a crescere AgoraVox Italia.

La cosa non è così ovvia come sembrerebbe se consideriamo che i giornali italiani e le televisioni, pur avendo il piatto pronto, non hanno certo dato grande risalto all’intervista, rilanciandola e riprendendola davvero pochino (ovviamente, come nel caso di Repubblica, senza nemmeno mettere il link all’originale).

L’intera storia (al netto della qualità e dell’interesse dell’intervista) serve a farci comprendere la situazione in cui versa il giornalismo italiano e quanto abbiamo bisogno di esperienze nuove e diverse come possono essere, in maniera differente tra loro, Il Post, L’inkiesta ed il nascente Quotidiano Piemontese.

Prima che mi dimentichi, trovate qui la prima e la seconda parte dell’intervista ad Assange, di cui riporto solo la devastante battuta finale.

Perché il nostro Ministro degli Esteri è così preoccupato di te tanto da definirti terrorista?
“Chi è?”

Frattini
“Non so chi sia, non lo conosco”.


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