Londra, 19 ago- La condanna di Pussy Riot a Mosca e' un esempio di ''unita' nell'oppressione'', ha detto Julian Assange dal balcone dell'ambasciata ecuadoriana a Londra. ''C'è unità nell'oppressione. Ci deve essere determinazione e unità nella risposta'', ha detto Assange ricordando le tre giovani punk condannate a due anni di carcere in Russia per aver cantato una canzone anti-Putin nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Fonte Ansa
Matteo Tassinari, nel suo blog Notti Notturne, descrive particolarmente bene questa storia dei nostri giorni.
Leggetela qui!
http://mattax-mattax.blogspot.it/2012/08/pussy-riot-da-cristo.html
Un altro agosto, all'insegna del totalitarismo, fu quello del 1968 a Praga.
Praga - Agosto 1968
Scrive Milan Kundera ne L’insostenibile leggerezza dell’essere:
"Tutti i precedenti crimini dell’Impero russo sono stati compiuti al riparo di un’ombra discreta. La deportazione di mezzo milione di lituani, l’assassinio di centinaia di migliaia di polacchi, la liquidazione dei tatari di Crimea, tutto ciò è rimasto nella memoria senza documenti fotografici e quindi, in fondo, come qualcosa di indimostrabile che, prima o poi, sarà fatto passare per una mistificazione. Invece l’invasione della Cecoslovacchia del 1968 è stata fotografata e filmata e depositata negli archivi di tutto il mondo.
I fotografi e gli operatori cechi capirono che proprio loro potevano fare l’unica cosa che si potesse ancora fare: conservare per un lontano futuro l’immagine di una violenza. […] I russi non sapevano che fare. Avevano ricevuto precise istruzioni su come comportarsi se qualcuno avesse sparato contro di loro o gettato delle pietre, ma nessuno aveva dato ordini su come reagire se qualcuno avesse puntato su di loro l’obiettivo di una macchina fotografica".Il futuro lontano prefigurato da Kundera è il nostro presente, che offre purtroppo drammatiche analogie con gli avvenimenti praghesi. La storia sembra tragicamente ripetersi con macabra monotonia, a ricordarci che il male dell’uomo è sempre presente.
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