di Elena Testi
Apre i battenti Agriumbria, la mostra nazionale dell’agricoltura, zootecnica e alimentazione a Bastia Umbra. Apre i battenti, ovviamente, con i saluti della Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. In classica divisa mariniana, sciarpetta e tailleur e il suo immancabile cappotto color cammello, ha dichiarato ciò che doveva dichiarare: “Grande appoggio da parte della Regione agli agricoltori e al settore primario”. La Governatrice non ha tralasciato la classica frase: “Una fetta importante della nostra economia locale che ha sicuramente una rilevanza strategica in questo periodo di profonda crisi”. Niente da ridire. Nessun commento a margine da fare. In una regione che per il 70% della sua composizione è rurale cosa altro poteva affermare nell’unica fiera locale degna di essere considerata tale? Fiera, oltretutto, organizzata non solo con lo scopo di offrire una vetrina ai vari commercianti di settore, ma anche di aprire una dovuta parentesi sugli scenari nazionali e internazionali che si stanno delineando alla vigilia della nuova riforma della PAC 2014-2020. Ed è proprio la Pac e cioè la politica agricola comune a creare come sempre attimi di terrore tra gli agricoltori che la temono come il Tristo mietitore. Perché di tagli si parla sempre in questi ultimi periodi di masochismo economico. Non solo si teme la falce sui finanziamenti, ma ulteriori ritardi sui pagamenti. Ritardi in cui la Regione Umbria sembra essere da sempre una grande maestra. Ma si sa che promettere è sempre dovuto, soprattutto su una terra che ha come principale risorsa, oltre al turismo religioso, l’agricoltura, il tartufo e il buon vino. Ma i soldi in questa terra sacra tardano sempre ad arrivare, si può pregare San Francesco o San Benedetto, quanto si vuole, ma la riposta è sempre la stessa: “La colpa non è la nostra”. La colpa infatti non è mai la loro, la colpa non si sa mai di chi sia in questa Italia che gioca da sempre a “Scarica barile” e a volte anche a “l’impiccato”, dipende dalle situazioni, of course…
Se poi ci mettiamo che un annetto fa vennero indagati anche alcuni umbri per la sottrazione illecita di fondi europei destinati all’agricoltura non resta che dire come sempre: “Grande appoggio da parte della Regione agli agricoltori e al settore primario”. Una frase che ha lo stesso sapore di: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”… Lavoro che non c’è come i fondi europei della Regione Umbria.
fonte:www.piazzolanotizia.it