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"Ai Maestri", di via della Sorgente a Trieste, il consiglio di imparare.

Creato il 29 dicembre 2010 da Carosella
Sono appena tornata da una prolungatissima cena "Ai Maestri", in via della Sorgente 6 a Trieste. Ambiente carino e caldo, a parte la ressa di bevitori sull'ingresso. I cinque tavoli sul soppalco però, graziosi e curati. Partiamo contenti.
Lo siamo un pò meno, alla fine, dopo quattro ore di attesa inframmezzate da cosiddetti "assaggini" praticamente imposti, che hanno centellinato il nostro appetito fino a saziarci di pane (richiesto quattro volte, una all'ora).
All'inizio sembrava una buona idea, lasciare che il titolare iniziasse a proporci come "assaggino" una fettina (ina) di strudel di radicchio rosso. Presupponeva un ritmo ricco di portate e tempi che, con il vinello piacevole (un merlot leggero sconosciuto, ma gradevole) ci ha messo di buon umore.
Seguono altri due assaggini: gnocchetti alla zucca e salsiccia, e gnocchini al goulash. se dico assaggini, intendo ini, nel senso che di gnocchi alla zucca ce n'erano due di numero.
Andiamo avanti chiaccherando, stremati, e alla terza ora arriva finalmente la nostra ordinazione.
Ai miei quattro commensali un filetto con una patatina al forno di corredo, a me una porzione di tagliatelle al tartufo.
Dunque: a parte che  il filetto di uno dei quattro forse pesava 40 grammi (ma la qualità spesso può anche andare a discapito della quantità) le mie tagliatelle erano solo lontanamente profumate, in fondo erano alla panna, con sopra alcune fogliette grigie, aromatizzate da un lontano cugino tartufo.
Esausti, finiamo e accenniamo ad andare, ma viene imposto come "obbligo aziendale" il dolcetto. Anche lì, chiamato "assaggino": tortino di mele (?) e con una cremetta alla cannella.
Ore 24.00, finiamo davvero. Nè grappa, nè caffè, nè altro, vogliamo solo uscire.
Ah si, il conto: 175 euro, con lo sconto, ci dice il titolare. Sulla porta ci vuole stringere la mano e ci ringrazia molto. Anche io gliela stringo, non lo rivedrò per molto tempo.

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