NOTIZIE (ROMA). Gli arbitri sbagliano meno, quelli addizionali sono da promuovere a pieni voti e in generale, rispetto a due anni fa le partite condizionate da errori dei fischietti sono diminuite. Per contro, il campionato di serie A si è come incattivito: crescono espulsioni, ammonizioni e soprattutto espulsioni degli allenatori: solo nel torneo appena finito sono passate a 74 dalle 58 dell’anno prima. Ben 16 in più. Sono questi i dati dell’Aia, l’associazione italiana arbitri, sul campionato di serie A appena conclusosi.
Tra i “fischietti” da promuovere, gli internazionali che hanno meglio sono il fiorentino Rocchi (FOTO), il veneto Orsato (che ha diretto ottimamente il derby Roma-Lazio di domenica), il pugliese Damato e il bolognese Rizzoli che è ormai considerato all’unanimità tra i primi 3-4 fischietti al mondo (la finale di Champions lo dimostra). Benissimo anche il salentino Giannoccaro e il veronese Romeo, ma non rimarranno: per loro non scatterà la deroga (sono ormai entrambi 44enni). Male, invece, gli internazionali: soprattutto l’umbro Tagliavento, il romano Valeri e il livornese Banti. Bocciati invece il partenopeo Russo e il veneto Peruzzo, entrambi in odore di promozione un anno fa ad internazionali. In chiaroscuro i più giovani come il giuliano Giacomelli, l’abruzzese Calvarese e il campano Guida. Per tutti gli altri un’annata da 6 in pagella.
Aumentati anche i “rossi” per doppia ammonizione, crescono a dismisura le proteste (“è un continuo lamentarsi di fronte all’evidenza”, spiegano i vertici arbitrali) e per le simulazioni, una caratteristica molto italiana. Invariate le espulsioni per falli diretti. I rigori? Praticamente uguali, l’Italia è quella che ne dà di più in Europa (ma qualcuno forse manca ancora). I “fischi” restano gli stessi: una media di 30 a partita. Sono molto diminuiti negli ultimi anni, un percorso iniziato da Pierluigi Collina e portato avanti dal suo successore Stefano Braschi. Ma ci sono anche le eccezioni.