Il primo australiano soffriva di linfoma di Hodgkin e ha ricevuto il trapianto del midollo nel 2010 da un donatore che aveva due copie possibili di un gene che dà protezione contro l’Hiv. Il secondo ha ricevuto un normale midollo per trattare una leucemia mieloide acuta nel 2011, e si è anche liberato del virus, pur non avendo alcuna immunità genetica conosciuta. Entrambi rimangono in terapia retrovirale come misura di cautela. I ricercatori, guidati dal direttore dell’Unità di ematologia e di trapianti di midollo spinale e del St Vincent’s, Sam Milliken, ritengono che i trapianti di cellule staminali avranno un ruolo crescente nel trattamento dell’Hiv. “È importante avvertire che in questa fase, questa forma di trattamento è troppo pericolosa per trattare pazienti di solo Hiv, ma vi è un potenziale per usare i trapianti con modalità efficace contro l’Hiv nel futuro”, ha detto Milliken al simposio di Sydney. Sembra un miracolo, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La notizia è davvero importante se si pensa che questo potrebbe essere il primo atto efficace in grado di inibire la diffusione dell’HIV. Infatti, ci auguriamo che questo possa costituire un’efficace misura preventiva contro l’insorgenza dell’HIV, che contrastando lo sviluppo del virus, impedisce sul nascere l’infezione andando ad intaccare ab origine la struttura del virus.
Lecce, 21 luglio 2014
Giovanni D’AGATA