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AIR DOLL di HIROKAZU KOREEDA

Creato il 05 maggio 2014 da Viga
La bambola gonfiabile, per me, è simbolo di una solitudine feroce, totale, assoluta. Se ,ad esempio, il vecchio e classico puttaniere ricerca, con metodi del tutto esecrabili e condannabili, il calore umano, lo scambio di un superficiale contatto umano, comunque voluto e ricreato artificialmente, colui che usa una bambola gonfiabile elimina la parte "umana" e gode del proprio esser solo. Perchè teme talmente tanto l'altro essere umano da usare un surrogato,un sostituto, che coscientemente sa , non esser reale e vero.Priva di partecipazione, emozione.
Una tragedia assoluta per me.

E si vede anche per il regista di questo dramma agrodolce. Visto che egli si chiede: ma una "cosa", che ha fattezze umane, non è forse in qualche modo - per riflesso,anche- umana pure lei?  D'altronde il suo padrone le ha dato un nome, forse quello di un suo lontano amore,e le si richiede di ripetere una certa intimità, comunque umana. Alla base la storia è tratta in un popolare manga,che io chiaramente non ho letto . Non amando e non capendo il mondo dei fumetti.
Così un giorno, la nostra air doll, si anima. Si alza dal letto. Si veste con un improbabile completino da cameriera ammiccante,e scopre la città. Il mondo.
AIR DOLL di HIROKAZU KOREEDA
Sottolineato da una colonna sonora minimale,ma capace di emozionare, seguiamo la protagonista che con il suo candore,purezza,fa da contraltare alla solitudine e amarezza degli esseri umani. Quasi sempre accennata con piccoli esempi, sotto voce,ma avvertiamo tutti la desolante sensazione di abbandono, di chiusura , che gli umani hanno tra di loro. Non si incontrano mai,ad esempio. Se non il titolare del negozio di noleggio dvd e il giovane aiutante,ma non gli altri. Chiusi nel loro abbandono. Quasi normale,quasi scontato. La signora che teme il posto di lavoro, quella che gira ringraziando e con forse- non l'ho capito bene,ammetto- un passato di perdita della famiglia per colpa di un assassino, un vecchio solitario che passa le giornate su una panchina, ex supplente per tutta la vita.
AIR DOLL di HIROKAZU KOREEDA
E poi c'è lei: cosi dolce,ingenua,pura. Che si diverte a volteggiare leggiadra,che scopre la carezza del vento, così altruista. Che non conosce i film, impreparata di fronte allo squallore e all'amarezza. Lei che si interroga su cosa sia un compleanno. Un personaggio meraviglioso. Sempre in bilico sul disastroso patetismo,ma superato senza ombra di dubbio. Sempre che voi non siate di quelli che devono fare i cinici 24 h su 24, perchè da tempo non sapete confrontarvi con la parte più dolce di voi. Si,hai presente quelli che giudicano ipocrita ogni buon sentimento. Bè,dai quelli lì Ma se voi invece siete persone normodotate e con un briciolo  di capacità di gestire le emozioni, anche male,ma comunque le vivete e non vi spaventate a manifestarle,ecco non potreste non amare alla follia questo personaggio e provare una pietà adulta, matura,per i personaggi di contorno . E per noi.
AIR DOLL di HIROKAZU KOREEDA
L'opera dopo una partenza leggera,dolce, malinconica, finisce in aperto dramma. Radicale e amarissimo, ma dopo un fatto di sangue ,la pellicola prende un'altra direzione. Fino a un finale bellissimo,dolcissimo,tenero e commovente ,ma davvero tanto-dico solo che alla scena del compleanno ero in lacrime e piagnucolante come non mai- finale che seppure nato da una tragedia conferma l'Umanità, La Vita, quella piccola ,labile,fragile ,gioia di "esserci", come l'elemento naturale dell'essere umano
E tutto questo grazie a una bambola gonfiabile,senza scadere in scandali o provocazioni gratuite. Solo mostrando quella cosa che per codardia,desolazione,pigrizia,teniamo sempre nascosta: L'Umanità, la nostra dolce voglia di gioire della vita con e per gli altri.

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