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Ecco un'altra invenzione che fa sorridere, o scompisciare dal ridere, o dire un bel mabasta. E' stato inventato Aire, un tecnologico congegno che serve a ricaricare il cellulare o un lettore mp3 con il proprio respiro. Bisogna indossare la comoda mascherina mentre si dorme o si corre e l'anidride carbonica che produciamo viene convogliata in alcune turbine che la trasformano in energia, con lo stesso principio delle pale eoliche. Una genialata incredibile, opera del brasiliano Joao Paulo Lammoglia. L'idea pensandoci bene non sarebbe male, ma l'utilizzo proposto è ridicolo. La mascherina sembra una museruola cibernetica, fa venire in mente quei film catastrofici in cui l'aria sulla terra è diventata irrespirabile e tutti gli esseri umani devono indossare dei congegni per respirare all'aperto. E poi mi domando: cosa succede se uno non va bene di corpo ed ha un'alitosi fulminante? Il telefonino si ricarica più in fretta o le batterie vanno in banana? E se si è degli alcolizzati persi? Con una fiatella che scioglie i metalli? Lo smartphone, che per definizione è intelligente, si becca la puzza di cirrosi o si autodistrugge? Forse potrebbe far partire chiamate automatiche al 118 implorando soccorso. E comunque se di aria si tratta, chissà se con una mascherina più grande, fatta che ne so, a mutanda, si potrebbe trasformare in energia anche quelle sonore puzzette che mettono tanto in imbarazzo? Chi soffre di meteorismo potrebbe tranquillamente comprarsi una macchina elettrica e ricaricarla a scoregge, così vedremo dei bolidi al metano sfrecciare in tutte le città e le autostrade, brindando lieti alla tecnologia!
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