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(Aiscat) Fabrizio Palenzona: piano infrastrutture per la crescita

Creato il 15 settembre 2011 da Apietrarota
Lettera di Fabrizio Palenzona, Presidente Aiscat, al Messaggero: rilanciare i traffici internazionali e rivitalizzare i porti nazionali. Un piano infrastrutture coraggioso e innovativo per uscire dalla crisi
Un piano infrastrutture “coraggioso e innovativo” è fondamentale per la crescita economica del Paese. Dalle pagine del Messaggero, Fabrizio Palenzona, presidente Aiscat e Assaeroporti, dice di cogliere “con favore” il tavolo del governo sullo sviluppo delle infrastrutture. Al contempo, però, propone misure aggiuntive “per la crescita, tali da favorire benessere e occupazione e costruire, senza incremento del debito pubblico”, le opere necessarie a un Paese a forte vocazione turistica.
Innanzitutto, “concorrenza e liberalizzazioni”, scrive Palenzona, non sono da intendere come puri principi astratti. Concretizzandoli, infatti, verrebbero “rilanciati i traffici internazionali e rivitalizzati i porti nazionali”. Ciò renderebbe “competitiva la logistica internazionale”, anche grazie alla costruzione, “con risorse private”, delle infrastrutture necessarie. Per ottenere tali risultati, la manovra di agosto, secondo Palenzona, andrebbe completata “con nuove disposizioni che abroghino, con decorrenza 1° gennaio 2012, tutte le norme costituenti barriere di accesso”.
(Aiscat) Fabrizio Palenzona: piano infrastrutture per la crescita
Tali misure renderebbero “operativo il proficuo lavoro svolto dalla commissione Bassanini, Belloni, Violante in tema di snellimento delle procedure in materia di lavori pubblici”. In materia di trasporti, “lo Stato deve cessare di essere contemporaneamente gestore e regolatore”. Palenzona insiste sul fatto che a fare la differenza potrebbero essere “una amministrazione pubblica autorevole che regola e il privato che gestisce l’attività” imprenditoriale. “Nessuna risorsa pubblica può essere disposta se non a seguito di un’esauriente valutazione dei costi e dei benefici e solo a valle di eventuali capitali privati disponibili”, sottolinea, bacchettando lo Stato sull’impegno di risorse per “infrastrutture che probabilmente non si realizzeranno, o che se si realizzassero, peserebbero sui conti del Paese”.
Necessarie, dunque, sia “la privatizzazione delle imprese pubbliche nel campo dei trasporti e delle infrastrutture”, sia “le misure che ne garantiscano l’integrità”. Per ottenere ciò potrebbe bastare la legge ordinaria, conclude Palenzona, senza aspettare le lungaggini della modifica costituzionale proposta dall’onorevole Luciano Violante. La fiducia degli investitori privati, infine, va conquistata con una disposizione che consenta l’arbitrato all’estero e la possibilità di utilizzare il diritto straniero in caso di controversie.
FONTE:
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