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Aiutati che il ciel t’aiuta

Creato il 14 settembre 2010 da Idl3

C’e’ modo e modo di aiutare gli altri, e non sempre aiutando qualcuno gli siamo davvero d’aiuto. A volte l’aiuto si trasforma in vizio, in un fatto scontato di cui poi l’aiutato non riesce piu’ a fare a meno, diventando incapace a trovare da solo le soluzioni ai propri problemi, in perenne attesa di un aiuto esterno. Come possiamo allora aiutare gli altri senza che la nostra buona azione diventi controproducente?

Aiutati che il ciel t’aiuta

Tutti noi conosciamo il proverbio cinese che recita: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.“, ebbene, questo proverbio ben riassume la differenza tra aiuti che non aiutano e aiuti che aiutano. Troppo spesso il desiderio di aiutare il prossimo ci spinge a “dargli il pesce“, mentre dovremmo “insegnargli a pescare“. Quante volte su un forum, o su un blog o altro mezzo, alla richiesta di aiuto di qualcuno gli abbiamo spiegato passo per passo quello che doveva fare, o gli abbiamo indicato un sito dove trovare cio’ che gli serviva. Una sorta di elemosina.

 

L'elemosina non e' la soluzione

L'elemosina non e' la soluzione

L’ELEMOSINA NON E’ LA SOLUZIONE – Questo nostro comportamento e’ veramente di aiuto? Certo, li’ sul momento e’ di grande aiuto, quella persona ci sara’ grata, e noi ci sentiremo soddisfatti, ma dopo? Quella persona si abituera’ a ricevere la “pappa pronta” e non si sforzera’ per andare a cercarsi autonomamente la soluzione. Sapendo che ci sara’ chi e’ pronto a fornirle la soluzione non si impegnera’ per trovarla da sola. Personalmente, raramente conosco la risposta a domande contenute nelle richieste di aiuto, eppure generalmente in pochi minuti riesco a trovarla, basta un po’ di sano uso di Google, o la lettura del manuale di un programma. Ma se ci riesco io, perche’ non c’e’ riuscita quella persona? Molto probabilmente perche’ e’ stata abituata a ricevere “il pesce” (detta cosi’ suona strano, ma seguite l’analogia, senza pensar male).

 

A queste richieste allora dovremmo rispondere “cerca su Google, o scrivi nel terminale man NOMEPROGRAMMA, e vedrai che troverai la risposta che cerchi“, anche a rischio di sembrare maleducati o svogliati.

Aiutati che il ciel t’aiuta
SAPER AIUTARE SIGNIFICA INSEGNARE – E’ anche possibile che quella persona non sappia come e dove cercare le informazioni che le servono, in questo caso bisognerebbe insegnarle come e dove cercare le informazioni, in modo che la prossima volta che ha fame, prima di chiedere del pesce provi a pescare da sola. Pero’ generalmente le persone preferiscono chiedere direttamente il pesce piu’ per poltronite e/o insicurezza che per incapacita’ di pescare.

Cercare un’informazione nella giungla internettiana o leggersi un manuale e’ piuttosto noioso, richiede del tempo, bisogna leggere molto, fare anche qualche prova per vedere quale dei tanti metodi indicati e’ la soluzione che ci serve. E’ molto piu’ facile andare su un forum, o su un blog e chiedere direttamente agli altri di cercare la soluzione per noi.

Aiutati che il ciel t’aiuta
E noi, malati di protagonismo e voglia di apparire “esperti anche e soprattutto quando non lo siamo, subito pronti a cercare su Google la soluzione, per riproporla parola per parola al bisognoso poltrone. Poltrone che magari e’ anche piu’ “esperto” di noi, solo che non ha voglia di andarsi a cercare la soluzione quando sa che c’e’ pronto un branco di volenterosi inesperti con una gran voglia di farsi notare, pronti a fare il lavoro pesante per lui.

Per aiutare qualcuno non basta la buona volonta’, occorre saperlo fare, aiutare significa insegnare, trasmettere agli altri un pezzo della nostra limitata conoscenza, condividere la nostra piccola esperienza. Questo non significa dare la risposta, significa insegnare a trovarla. Se non siamo capaci di insegnare agli altri come trovare la risposta ai loro problemi, non aiutiamoli, perche’ quello che stiamo facendo e’ solo metterci in mostra, non serve a noi e non serve a lui, che dal nostro aiuto non imparera’ nulla, se non a diventare dipendente dagli aiuti.

Il software libero, come la maggior parte delle cose nella vita, richiede impegno, qualche sacrificio e un po’ di sforzi da parte di chi lo usa. Aiutare gli altri alleviando l’impegno e lo sforzo dando loro direttamente la “soluzione“, li puo’ aiutare sul momento, ma non insegna loro ne’ a usare il software libero ne’ a vivere.

Non siamo isole, abbiamo bisogno l’uno dell’altro, ma non siamo neppure parassiti, dobbiamo raggiungere un certo grado di autonomia, cercare da soli di risolvere i nostri piccoli o grandi problemi quotidiani, sbagliando e imparando dai nostri errori, condividendo i nostri sbagli e i nostri successi, insegnando agli altri come affrontare i problemi e come risolverli da soli. Per imparare a vivere in un mondo dove forse c’e’ troppa gente in grado di regalarti un pesce e qualcuno lo fa, ma dove in pochi sono in grado di insegnarti a pescare e ancor meno sono disposti a farlo.


 


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