Al cinema con lady m: the rum diary - gli infedeli - special forces (liberate gli ostaggi) - margin call
Creato il 27 maggio 2012 da Francy
COSA VEDERE AL CINEMA NEL FINE SETTIMANA?
ECCO LE NUOVE RECENSIONI DELLA NOSTRA LADY M
THE RUM DIARY - Cronache di una passione, di Bruce Robinson, con Johnny Depp, Aaron Eckhart
Puerto Rico, 1960. Uno scrittore statunitense, o meglio aspirante tale, trova lavoro come compilatore di oroscopi presso un quotidiano locale di Puerto Rico. L'ambiente e la propensione generale non saranno certo d'aiuto alla sua naturale predisposizione per le sbronze, le ore piccole e la vita sregolata. L'incontro con una bellissima connazionale, della quale s'innamora, donna di un faccendiere americano disonesto come si conviene e il tentativo di quest'ultimo di coinvolgerlo in loschi affari di sfruttamento immobiliare delle bellezze naturali del luogo, risveglieranno la sua coscienza e l'innato senso di giustizia ed onestà.
Insomma, così, così. Diciamo che mi aspettavo decisamente qualcosa di meglio. Il film non è male, ma fa un po' fatica a ingranare e a catturare l'attenzione dello spettatore; anche la recitazione di Depp, strano ma vero, manca di incisività, almeno in rapporto ad altre prove meno recenti (Nemico pubblico).Qualche battuta caustica ed esilarante («Puerto Rico è un'America riluttante; come l'Inghilterra, ma con tanti frutti tropicali»).Diciamo che si tratta dell'ennesimo film sull'eterno mito del sogno americano che si trasforma a vista d'occhio in un incubo. GUARDA QUIil trailer del film.
GLI INFEDELI di registi vari, con Jean Dujardin, Guillaume Canet
Film strutturato ad episodi, tutti incentrati sulle infedeltà maschili.
Una commedia nel più puro stile francese, spumeggiante come dell'ottimo champagne, ma molto meno leggera di quanto possa e voglia sembrare. In ogni episodio e situazione, l'amarezza di fondo mitiga molto i toni falsamente spensierati. Sette registi per sette episodi, è quasi impossibile dare un giudizio univoco, alcuni sono meglio di altri, benché accomunati dalla stessa atmosfera lievemente acida e con un tocco di scorrettezza politica. GUARDA QUI<="" span="" trailer="">
SPECIAL FORCES- LIBERATE L'OSTAGGIO, di Stéphane Rybojad, con Diane Kruger, Djimon Hounsou, Benoît Magimel
Afghanistan, oggi. Una giornalista francese, impegnata a favore dei diritti delle bistrattate donne afghane e decisa a testimoniare e raccontare i soprusi di cui sono vittime, viene rapita da un gruppo di talebani che la porta tra le montagne. Una squadra di sei uomini delle forze speciali francesi viene incaricata di trovarla e liberarla, prima che i suoi rapitori la uccidano.
Ottimo, benché non abbondante, esempio di film di guerra francese e, per dare a Cesare ciò che è di Cesare, bisogna anche riconoscere che i francesi riescono perfettamente ove gli americani, nonostante la lunga esperienza in questo genere cinematografico, molto spesso falliscono: sarebbe a dire fare un buon film di guerra assolutamente scevro di retorica.Per buono s'intende avvincente, appassionante, popolato di eroi com'è giusto che sia, che però mantengono sempre quella "umanità" che ce li fa amare perché li troviamo simpatici, rendendoci emotivamente partecipi della loro vicenda che, benché estrema, non è mai percepita come poco plausibile e fuori dalla realtà (per intenderci, l'eroe di turno si fa cucire da altri la ferita al braccio e, trattandosi di una sutura a mente sana, soffre visibilmente, benché in silenzio. Ogni riferimento al Rambo di reaganiana memoria è assolutamente non casuale).Un film teso come un arco, secco come un colpo di fucile e duro come gli uomini che ne sono protagonisti e a cui è dedicato.GUARDA QUI<="" span="" trailer=""><="" span="" trailer="">
MARGIN CALL, di J. C. Chandor, con Kevin Spacey, Jeremy Irons, Paul Bettany, Demi Moore, Stanley Tucci
Sotto mentite spoglie, le tese e drammatiche 24 ore che, nel 2008, precedettero il crack della banca d'affari Lehman Brothers.Ha da passa' 'a nuttata.Un thriller finanziario da leccarsi i baffi. Perché è precisamente di questo che si tratta: la spiegazione a chiare lettere (per citare la sceneggiatura, la questione ci viene spiegata come se fossimo dei bambini o dei Golden Retriever) di cosa sia successo quel famoso mese di settembre del 2008 e di come siamo arrivati a questo punto; anche a questo serve il buon cinema, a capire meglio la realtà, e qui ci troviamo nel territorio della migliore tradizione del cinema di denuncia americano che ci ha dato titoli memorabili (Tutti gli uomini del Presidente). Tutto questo in cadenze di un vero thriller, si sta col cuore in gola tutto il tempo, attenti a non perdere nemmeno uno sguardo e con le orecchie dritte per non farsi sfuggire neanche una parola. Dialoghi serratissimi, in certi momenti piuttosto tecnici e, fatalmente, un po' difficili da seguire per chi non è dell'ambiente, però il film vale decisamente lo sforzo.Un film di monologhi, io ne ho contati almeno tre che sarebbero da incorniciare. Il primo per bocca di Paul Bettany (un biondo con gli occhi chiari gelidamente sensuale, se mi passate l'ossimoro), che getta luce non solo sui meccanismi finanziari, ma anche sui nostri meccanismi mentali, sulla nostra società e le sue fisime e, in ultima analisi, sul perché questi eventi non possono che ripetersi periodicamente; il secondo interpretato da un Kevin Spacey sempre magistrale nella sua ambiguità, il discorso di un leader che esorta i propri seguaci a gettarsi in battaglia («È un bel giorno per morire»); il terzo affidato a quella vecchia volpe di Jeremy Irons (attenzione, in tre minuti snocciola una lezione di storia dell'economia), che non può non ricordare il perfidamente grande Gordon Gekko (alias Michael Douglas) di Wall Street, la madre di tutti i film di ambiente finanziario, non solo nell'atteggiamento, ma anche e soprattutto nel modo di vedere le cose (citazione chiave di GG: «È sempre un questione di soldi. Il resto è conversazione», mentre il personaggio di Irons dice: «Sono solamente soldi»).Sintomatiche e perfettamente esplicative nel loro cinismo le suggestive e panoramiche scene finali, con in sottofondo le melliflue ed insinuanti voci dei broker impegnati a piazzare un prodotto che sanno già essere bruciato, prima che gli altri se ne accorgano. Morale della favola? Ma è ovvia, chi perde (soldi, lavoro, credibilità) sono sempre gli altri, i grandi capi cadono sempre in piedi, anzi riescono a guadagnare anche in questi momenti così indefiniti e indefinibili, che vanno dall'incertezza alla pazzia, cioè piove sul bagnato, come sempre. Per chi fosse interessato a capire il significato del termine margin call nel gergo finanziario, qui di seguito il link:http://www.performancetrading.it/Glossario/Me.htm
GUARDA QUI<="" span="" trailer="">
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COSMOPOLIS, di David Cronenberg, con Robert PattinsonUn giovane e superpagato manager attraversa Manhattan in limo. Da un romanzo di Don DeLillo.
MY WEEK WITH MARILYN, di Simon Curtis, con Michelle WlliamsNel cinquantesimo anniversario della morte della Diva, un film la ricorda.
AVETE VISTO QUESTI FILM? VORRESTE VEDERLI? COSA NE PENSATE? SIETE DACCORDO CON LE ANALISI DI LADY M?
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