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Al Cinema: recensione "Babadook"

Creato il 17 luglio 2015 da Giuseppe Armellini
Al Cinema: recensione
Un mix quasi perfetto tra Shining e The Orphanage poteva portare solo a questo.
Poteva portare solo al più grande horror recente.
Nella seconda parte presenti spoiler.
E' stata come una rivelazione.
Finisce The Babadook, senza nemmeno discussioni l'horror più bello dell'anno, e capisco tutto.
Shining è il migliore di sempre.
The Orphanage, per me, quello del decennio.
E ora Babadook.
Perchè? Cos'hanno in comune?
L'Uomo.
E' lì il segreto cazzo, gli horror più grandi non possono prescindere dall'uomo, non possono parlare di mostri fuori da esso, non possono essere solo completamente di genere, non possono raccontare del confronto tra noi e il mostro, noi e le paure, noi e i demoni. No, quei mostri, quelle paure e quei demoni devono essere dentro di noi.
E così nel genere apparentemente più "disancorato" dall'uomo e dalla realtà di tutti, i veri capolavori sono invece quelli che parlano in maniera profondissima dell'essere umano.
Come la nuova ondata, ottima, di fantascienza intimista ed esistenziale.
Questa è la strada.
Ieri sera ho quasi pianto con questo autentico capolavoro, e non tanto per quello che mi ha mostrato, ma perchè è stato come un meraviglioso riabbracciarsi in sala con un genere che amo da morire e che da anni e anni sul grande schermo non mi aveva dato niente.
Niente.
Avevo una rabbia infinita (chiedete a mio fratello) per questa meraviglia che mi sentivo addosso e per tutti gli altri film che in questi anni ho provato a salvare ed esaltare più che potevo.
Lo facevo per crederci ancora.
Ma  in realtà non ci credevo.
E ora arriva lui, Babadook e tutto cambia.
I rimandi ai due film citati sopra sono impressionanti, Babadook è come un copia lucente dei due messi insieme.
Al Cinema: recensione
Di The Orphanage riprende il rapporto tra madre e figlio (di impressionante intensità), la spiegazione "vera" a quello che noi credevamo solo trascendente, addirittura il visino del piccolo Samuel ricorda quello di Thomas. C'è lo sgabuzzino dove lei rincontra suo marito identico, veramente identico, sia spazialmente che per la scena stessa, a quello del film di Bayona. Senza poi dimenticare altre scene minori (i bambini e il clown nel cortile). Di Shining ha la pazzia che monta sempre di più, ha il luogo infestato che in realtà si scoprirà essere luogo quasi solo mentale, ha la tematica, delicatissima, dell' infanticidio, perlopiù famigliare, dovuto a una pazzia ormai incontrollabile. C'è addirittura la scena di lei appoggiata alla porta che chiede al figlio di entrare veramente identica al film di Kubrick. Così come la "promessa" di ucciderlo.
E tante altre cose che non sto ad elencare perchè si correrebbe il rischio di sminuire un film che non ha copiato nulla, ha solo preso e missato in maniera impressionante suggestioni dei più grandi horror del passato.
Ma Babadook è Babadook, punto.
E la cosa incredibile sapete qual è?
Che in realtà in moltissimi punti questo film usa gli stessi trucchetti dell'horror mainstream contemporaneo. Le apparizioni improvvise, il mostro visto sullo sfondo al buio, i rumori, lei che si vede nella finestra della tv e tante altre cose.
Ma c'è una differenza abissale.
Al Cinema: recensione
Se in film come, ad esempio, quelli di Wan queste cose vengono mostrate solo con classe cinematografica, lasciando il tempo che trovano per me, qui la classe usata è un'altra.
Qua c'è classe umana. Qua c'è classe psicologica.
L'umiliazione che Babadook dà a tutto l'horror contemporaneo è copiarlo quasi in tutto per tutto facendo però in modo che quello che vediamo non è il classico horror senza anima che vuole spaventarci, ma quello che vuole parlare di noi.
Li copia mettendoci dentro verità, intensità, vita.
E lo fa in modo devastante.
Ho faticato, più il film andava avanti e cominciavo a capire, a reggere la pressione psicologica di quello che raccontava.
Il lutto, la depressione, i farmaci, la malattia incontrollabile, la pazzia, il dare la colpa di una morte passata ad una vita nuova. Tutti sentimenti e moti dell'animo nascosti in un solo nome, in un solo mostro, Babadook.
E questo bambino vede quel mostro divorare la madre.
E tenta con un amore infinito, di tenerezza e intensità difficilmente riscontrabile anche nei film drammatici, a salvarla, a liberarla, a tornare in sè.
E questa mamma che ama il figlio ma sotto sotto lo odia per quello che perse in quella notte.
E anche lei lotta senza però riuscire a sapere cosa.
Questo film poteva esser stato scritto e diretto solo da una donna.
C'ho guardato solo per scrupolo chi fosse il regista, ma ci avrei scommesso milioni che fosse una donna.
C'è una sensibilità, un racconto del rapporto tra i due, una riflessione su certe tematiche, come la maternità, che un uomo non riuscirebbe mai a pensare. O comunque non riuscirebbe a raccontare così.
Al Cinema: recensione
Con una regia poi di altissimo valore, basterebbe la prima scena per capirlo.
C'è un'intelligenza e sensibilità e profondità ovunque, in quasi tutte le inquadrature.
Babadook, il libro lo diceva, ti entra sottopelle e non ti lascia più.
A causa di Babadook milioni di vite, molto spesso giovani, si perdono e, a volte, quando il mostro è troppo forte, portano anche ad atti scellerati, inumani, anche uccidere chi vuoi più bene al mondo.
E il finale, meraviglioso, non poteva raccontare una guarigione completa che mai ci sarà.
Il mostro una volta che lo hai conosciuto riesci a dominarlo, controllarlo, metterlo in uno stanzino e conviverci solo poco tempo al giorno.
Tutto il resto può ancora essere vita.
E scusate se in questo periodo sono poco diplomatico ma ieri, per i motivi che dicevo, ho provato tanta rabbia.
Perchè la madre di Babadook caca in testa a tutte le madri degli ultimi 10 anni di horror mainstream.
Perchè il figlio di Babadook caca in testa a tutti i figli degli ultimi 10 anni di horror mainstream.
Perchè Babadook caca in testa a tutti gli ultimi 10 anni di cinema mainstream.
Perchè voi mestieranti dell'horror una scena come quella delle carezze date da Samuel alla madre mentre questa provava ad ucciderlo, una delle più grandi scene del cinema contemporaneo, questo battere l'odio, la morte e la pazzia attraverso l'amore, questa scena non solo non potreste mai girarla.
Ma nemmeno pensarla.
Serve una cosa che in questo genere non ha quasi nessuno.
Serve un cuore.

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