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Al cinema: recensione "In Time"

Creato il 25 febbraio 2012 da Giuseppe Armellini
Per puro caso (stavo "girando" su youtube) 5 minuti prima di partire per andare a vedere In Time ho visto per la prima volta in vita mia la versione integrale di quell'imprescindibile pietra miliare del cinema che è Il Viaggio nella Luna di Melies. La semplicità di quelle quinte disegnate, di quei rudimentali (e meravigliosi) tentativi di creare degli effetti speciali, l'essenzialità della narrazione contrapposti a quello che di lì a poco sarei andato a vedere, ovvero un distopico sci-fi pieno zeppo di effetti visivi, sono una coincidenza che mi ha incuriosito. E' bello come nell'arco di 15 minuti sia potuto passare dal punto A al punto Z dell'evoluzione cinematografica, oltre 100 anni di storia saltati praticamente a piè pari. Arrivato poi al cinema il cartellone del film mi crea una strana sensazione che soltanto durante il film riesco a capire. Justin Timberlake. Justin.Ecco cos'è. Un film che parla del tempo, in cui quasi ogni azione compiuta avviene sul filo dei secondi ha un attore che si chiama Justin. Just-in time, appena in tempo, veramente curioso.Eh sì, che la scena madre del film poi, probabilmente la più bella, proprio per un secondo non è just in time, quell'abbraccio in corsa tra madre e figlio si rivela abbraccio mortale e solo su questo si potrebbero scrivere parole su parole, su come la vita possa cambiare per una stupidaggine, per una coincidenza, per una cavolata, per un briciolo di tempo, per uno stupidissimo e ferale secondo. Il tempo è la base di tutto questo blockbusterone travestito da film autoriale, un pò come il suo protagonista, un semplice ragazzo di ghetto che si traveste da ricco possidente di tempo. Sì perchè a 25 anni si finisce di invecchiare e sul braccio ti compaiono le cifre di un countdown, the final countdown per essere precisi, quello che ti separa dalla morte. Il tempo non si limita a scorrere, col tempo ci fai tutto, ci compri le cose, ci paghi gli affitti. E se sei povero quel tempo può finire davvero molto presto, si vive alla giornata come se ogni giorno fosse l'ultimo, cercando disperatamente di guadagnarne un pò di quel tempo, di allungare ancora di un altro giorno una vita appesa a un filo. Si corre nel ghetto, non si può sprecar nemmeno un secondo. Dall'altra parte della città invece tutto è lento e rilassato, ricchi signori campano da decine, alcuni centinaia di anni, perchè a loro il tempo basterà per sempre, e soltanto un incidente mortale potrebbe azzerare il loro orologio.Parla di tante cose In Time, parla del carpe diem, della bellezza della fugacità della vita contrapposta alla decennale ignavia di chi conduce stancamente la propria esistenza perchè sa di essere quasi immortale , parla dei ricchi e dei poveri e di come i primi traggano linfa vitale dai secondi sfruttandoli e tenendone i fili come marionette, parla di un "governo" inumano, che assiste indifferente alla lotta della sopravvivenza dei propri simili senza intervenire quando potrebbe benissimo farlo, parla di un ragazzo povero che sogna la ricchezza, anche se ricchezza tutt'altro che futile in questo caso,anzi, quanto mai vitale, e di una ragazza ricca che al contrario cerca di fuggire dalla sua prigione d'oro, parla di come i due possano incontrarsi ed amarsi vivendo ogni loro attimo della loro esistenza con un'intensità pazzesca. Novelli Robin Hood doneranno speranza, tempo e vita ai poveri, la rivoluzione potrà cominciare, le differenze livellarsi, lo status quo esplodere su se stesso. E mentre penso tutte queste cose mi accorgo però che il cinema ha comunque bisogno di compromessi, ha bisogno di sfrenati inseguimenti in macchina, ha bisogno, novello 2012, di decine di salvataggi last second, ha bisogno di inserire una miriade di luoghi comuni in un'idea di sceneggiatura semplicemente fantastica. E poi mi ci mettono anche una serie di gnocche paurose dimenticando che non è detto che se tutte hanno 25 anni  è matematico essere gnocche paurose,oppure incidenti stradali in cui due dentro una cabrio ribaltasi 4 volte rimangono nel sedile senza aver le cinture, o gli stessi due che pur avendo un milione di anni di tempo non prendono per sè nemmeno 3,4 giorni ma danno tutto in beneficienza e vogliono giocarsi il finale del film all'ultimo secondo.Perchè lo spettatore vuole questo e senza donne, motori e colpi di scena adrenalinici si rischiava di avere un film completamente diverso.Si rischiava di avere un capolavoro.E questo non ce lo possiamo permettere.
( voto 7)

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