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Al Cinema: recensione "La Isla Minima"

Creato il 25 dicembre 2015 da Giuseppe Armellini
Cinema: recensione Isla Minima
Un noir spagnolo quasi magistrale, come non se ne vedono molti.
Forse eccessivamente onesto per non provare a compiere quel salto di qualità da renderlo grandissimo.
Una lezione di piccolo cinema comunque.
Presenti piccoli spoiler, credo non decisivi.
In ogni caso semmai evitare di leggere sotto ultima foto
All'inizio si sono delle inquadrature dall'alto che son talmente belle che non paion vere.
"Ma sono vere?" faccio a mio fratello vicino a me, un pò per la sopracitata bellezza delle stesse e un pò per il non aver messo le lenti a contatto. In realtà mi manca poco, il film lo vedo bene lo stesso ma, insomma, a volte la differenza tra il bellissimo e il meraviglioso può essere nascosta anche in un grado di diottria.
Poi ci troviamo sotto, dentro a quei luoghi visti prima dall'alto.
E siamo nel 1980, in Spagna o ancor più precisamente in Andalusia, nei poveri villaggi intorno alle paludi del fiume Guadalquivir.
Siamo in Spagna ma pare la Louisiana.
Cinema: recensione Isla Minima
E Franco è morto, una nuova aria che, almeno nel nome, si chiama democrazia sembra rendere più salubri anche quei terreni paludosi.
Il problema è che i matti e gli assassini ci son sempre, sia sotto un dittatore che nelle case delle libertà.
E qua son sparite due sorelline, giovanissime e puttanelle fanno capire quelli del posto.
Non son mica le prime eh, almeno altre due sparirono tempo fa.
Ritrovate poi, morte.
E ritrovate morte saranno anche le due sorelline, seviziate, violentate, bianchi e bagnati corpi morti straziati da qualcuno che di umano ha ben poco.
Sul caso, che prima era di sparizione e adesso di ricerca del mostro, vengono mandati due ispettori di fuori.
Uno è giovane e sembra Sean Penn.
L'altro è un pò più grande e con un passato alle spalle che in confronto la laguna sembra acqua di torrente d'alta montagna.
La Isla Minima è un noir spagnolo che per buona parte della sua durata mi ha fatto quasi gridare al miracolo.
Quasi una lezione di cinema.
Cinema: recensione Isla Minima
Regia straordinaria, mai banale, fotografia che esalta la bellezza dei luoghi e dei tempi (le albe, i tramonti) in modo perfetto, attori di gran livello, ricostruzione magistrale di un'epoca vicina sì, ma così dannatamente passata.
La telecamera si muove perfettamente, la storia è sporca ma sembra essere girata da uno che ha la grazia in mano. A me, in certe scene, con certe musiche e certo dolore e squallore mi sembrava di trovarmi davanti al primo Inarritu.
Il problema de La Isla Minima, semmai, è il suo essere troppo onesto, incredibilmente onesto.
Mi crei l'impalcatura di un noir straordinario, atipico sia per luoghi che per tempi che per personaggi e poi non mi reagali colpi di scena, stai lì e mi mandi avanti insieme agli ispettori a piccoli e a volte prevedili passi.
Cavolo, non mi sorprendi.
Ovvio che sono ironico.
Ovvio che tutto questo che ho scritto in teoria è solo un pregio. Però, ecco, poi arriviamo alla fine che sei stato sempre lì per farti coinvolgere del tutto, per farti stupire, per decollare insieme al film con turning point pazzeschi e invece il film finisce senza niente di tutto questo.
Ti ritrovi quindi ad aver visto una pellicola quasi perfetta che però per onestà non ha provato ad ambire ad altro.
Quelle povere stanze di povere case però. quegli stormi di uccelli, quelle riprese aeree, quei notturni inseguimenti in macchina, quella donna vista di notte abbagliata dal rosso dei fari posteriori, quella corsa iniziale di Pedro all'inseguimento del contadino in velocissima carrellata laterale, quel ritrovamento dei corpi delle due ragazze, quell'uccello che vola nella stanza, quella pioggia e quel grano nel finale, e le coltellate e il corpo che cade nel fiume, mamma mia quanto cinema c'è dentro La Isla Minima, che talento, che occhio, che mano.
E son tante le false piste o le piste non portate a termine, quella della possibile collusione tra assassino e comunità locale, quella del vecchio latifondista dalle mani curate, quella del perchè di tutto questo dolore e follia, forse soltanto un piccolo sogno di ragazzine per fuggire da una melma, fisica e non, che le avrebbe inghiottite.
Cinema: recensione Isla Minima
E il finale è qualcosa che raramente vediamo nel cinema,
Nel cinema i finali o sono qualcosa di importantissimo e strettamente collegato al resto oppure niente, sono semplici quadri conclusivi che poco aggiungono.
Qua c'è un uomo che guarda negli occhi un altro perchè non è più sicuro di chi si trova davanti.
Niente (o pochissimo) c'entra con tutto quello che abbiamo visto in precedenza nè niente, ahimè, potremo sapere poi.
Solo l'ennesimo esempio di una narrazione diversa, atipica, fuori dagli schemi.
Si torna a Madrid da eroe e da futuro padre.
Qua nella paludi inizia la vendemmia.
Tutto sembra di nuovo bello, tutto risolto, la vita ricomincia.
Eppure a me sembra che tutto quello schifo e tutto quel dolore ancora non se ne sono andati via del tutto, che quello su cui si stava indagando sia qualcosa di molto più grande.
Ma non pensiamoci,  il dittatore è morto, il mostro pure.
Viva la democrazia, siamo in una Spagna nuova.

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