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AL cinema: recensione "Paranorman"

Creato il 15 ottobre 2012 da Giuseppe Armellini
Provo a far ripartire ancora una volta questo (da me) amatissimo blog. Non prometto affatto che la ripartenza sia lanciata, che il motore non vada presto a farsi friggere di nuovo, che non sbatti di nuovo contro un muro a 180 l'ora. Ma per camminare bisogna pur sempre partire. E per (ri)partire bene bisogna sempre farlo col piede giusto chè altrimenti si rinciampa subito. E il piede in questione è questo meraviglioso cartone in stop-motion (ma non stop-emotion), che non so perchè mi ha fatto tornar voglia di commentare. Anche perchè film qua sti due mesi si son sempre visti, mi fermerebbe solo la cecità (a proposito di cecità, credo che tra pochi giorni sto termine lo riutilizzerò in altri contesti), ma pur vedendone di belli, brutti o interessanti (almeno una trentina) la tastiera mi sembrava una sorta di Triagolo delle Bermude dal quale le mie dita-navi dovevano a tutti i costi star lontano.
Paranorman è la storia di un bambinetto che ha una speciale qualità: vede le persone morte. O.k, non è Haley Joel Osment (a prop, dov'è finito? era davvero un prodigio ma quel viso che lo rendeva così incredibile da piccolo lo fa sembrare un demente da adulto .
Norman vede le persone morte e per questo la sua famiglia non lo capisce. Per questo tutti lo deridono. Per questo Norman rappresenta il classico bambino-ragazzo che vive la sua vita quasi in completa solitudine perchè non compreso. Se si riuscisse a capire che la non comprensione delle attitudini, delle passioni, dei talenti, delle paure e delle aspirazioni dei bambini porta poi a quasi tutti i problemi che una persona potrà avere in futuro nella vita l'esistenza di tutti sarebbe migliore. Se nella stranezza,nell'originalità, nella chiusura o nella pazzia riuscissimo a vederne e magari capirne le cause, se capissimo che il non conforme è dannatamente interessante e normale nella sua anormalità il mondo sarebbe più intelligente.
Norman vede i morti insomma e nessuno gli crede (nemmeno io malgrado il pippone di prima gli crederei ma credo sarebbe mio amico proprio per questo). A un certo punto però la città subirà la terribile maledizione di una strega e vedrà i non-morti tornare sulle strade a reclamare qualcosa. Cosa? Solo (para)Norman a quel punto potrà capirlo.
Il film è divertente quanto basta, soprattutto nella prima parte e nei personaggi di contorno (l'insegnante di teatro pantagruelica, i bulletti) e agli under 7 può anche fare un pò paura probabilmente (ne ho le prove :) ).
Atmosfera burtoniana in tutto e per tutto (dietro ci sono i creatori di Coraline), ambientazioni abbastanza suggestive e discreto ritmo. Norman (che dal trailer mi stava antipatichino) è un protagonista meraviglioso, un bambino puro e solo che ha capito una cosa, l'umanità sta nei morti, non nei vivi (vedere al proposito una delle prime sequenze -con una fantastica colonna sonora- dove il solo a non salutare il bimbo è l'unico vivente).
Ecco, te pareva che Oh dae-soo ora non andava giù con le emozioni. O.k dico io, avete ragione ma non rompetemi le palpebre e non leggete semmai, oh!. Sì perchè io un film dove si parla con un tatto simile di morte, ricordo, affetti che rimangono nel tempo, talenti non compresi, amicizie improbabili e, nell'indimenticabile finale, della ricerca del bene e dell'affetto primario per cercar di rimarginare terribili e imperdonabili ferite, io un film così lo amo. E la storia del furbetto, delle tecniche retoriche mi son rotto di sentirla. Se un film emoziona una persona allora non può esser stato furbetto altrimenti non avrebbe suscitato la stessa sensazione. Dovremmo essere un pochino più liberi tutti nel raccontare le proprie visioni e alcuni marchingegni, se non palesi, non dobbiamo scovarli per forza.
Poi qua si parla di Horror, della forza e della potenza che i mostri sanno dare, della loro magia, del loro potere, della loro capacità di regalarti un mondo-altro che in realtà non esiste. I mostri siamo noi, lo sappiamo tutti, gli zombie e i fantasmi sono creature benemerite che cazzo. E la paura, quella innocua dei mostri, è una delle emozioni più sane e importanti che un bambino possa provare. E Norman lo sa. Perchè Norman ha paura solo di una cosa, che suo padre non gli creda.
La stretta di mano nel finale e quel ritorno al passato sono da brividi. Parlarsi e riconoscersi uguali. Quel meraviglioso e terrificante cielo non è altro che qualcosa uguale a te.
Solo che lei nel 1700 la bruciavano sul rogo, te quel rogo lo proverai a cottura lenta lungo la vita.
Ecco, di un cartone divertente ne ho fatto un film d'autore con i controcoglioni.
Di un'opera di svago un'occasione per parlare di temi importanti dando magari anche l'impressione di criticare da un piedistallo.
Ma io non sono nessuno, probabilmente l'ultimo degli uomini anzi.
Però dei mostri con la faccia verde e la bava mica ho paura.
Rasati e col dopobarba son molto peggio.
E non c'è bisogno del talento di Norman per vederli.
Basta la vista normale.
A tra due mesi. :)
(voto 8,5 )

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