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Al Cinema: recensione "Wolf Creek 2"

Creato il 13 giugno 2015 da Giuseppe Armellini
Al Cinema: recensione
presenti spoiler
E così mi ritrovo in sala Mick Taylor, circa 4 anni dopo (per me) quel fantastico primo capitolo, uno degli horror più potenti del decennio per capirsi.
Mick Taylor già, uno non solo normale nell'aspetto, ma anche nello stesso nome, uno di quei nomi che se ne dovessi inventare al volo uno in inglese probabilmente scapperebbe fuori.
Ma non è tanto l'aver ritrovato Mick ad essere importante quanto il formidabile attore che lo interpreta, quel John Jarratt che mi era incredibilmente comparso davanti pochi mesi fa, giovanissimo, in quella formidabile pellicola che è PicNic ad Hanging Rock.
Diciamocelo subito, Mick Taylor è sul podio dei villain di questa ultima decade, senza nemmeno tante discussioni. Personalmente l'unico che può superarlo è l'impressionante cattivo di Human Centipede 2, uno di quei volti e corpi che una volta visti poi non ti dimentichi più.
E' difficile capire la cattiveria di Mick, difficile capirne il cinismo e l'odio che porta dentro, tanta è anche la carica "comica" che possiede. E' un pò come Leatherface, un cattivo così insensibile e violento ma allo stesso tempo così iconico e "tenero" che quasi finisci per volergli bene.
Ritrovo Mick per strada, fermato dalla polizia.
Il solito istrione, sgrana un pò gli occhi, fa la vittima, butta là 2,3 battute, a volte si fa serio e poi accetta senza tante discussioni la multa.
Sì, la accetta, se non fosse per il fatto che solo 30 secondi dopo un agente si ritrova il 79% della testa spappolata in macchina e l'altro, scampato all'incidente, prova cosa significhi quel procedimento che nel primo capitolo caratterizzò una scena quasi insostenibile per crudeltà, ossia La testa sullo Stecco, che consiste nel...vabbeh, lasciamo perdere.
Al Cinema: recensione Ecco, 10 minuti e siamo di nuovo dentro Wolf Creek.
E questo secondo capitolo certo non delude, anzi, credo che i due episodi messi insieme formino probabilmente la miglior coppia horror degli anni 2000, così, a naso eh.
Se Wolf Creek 2 non è al livello del capostipite è proprio per il fatto che gli assomiglia troppo, che non mette quasi niente di nuovo. In realtà i margini non erano moltissimi eh, l'ambientazione è quella (e secondo me in questo capitolo McLean restituisce il sito di Wolfe Creek e le zone limitrofe in maniera ancora più splendida), il killer è quello, i metodi son quelli.
Anche i due inseguimenti che vediamo qua in realtà non sono nuovi, c'era già stato quello indimenticabile anni fa, con quell'affiancamento di Mick e quella linguetta.
Ho trovato eccessivo metterne due, girati da Dio sì, ma troppo lunghi, così lunghi che per buoni venti minuti sembra quasi che stiamo uscendo dal genere per entrare in un altro. Ma il camion che viene giù dalla scarpata è strepitoso, visto in sala poi...
Ecco allora che i migliori momenti sono tutti quelli inediti.
Il primo è l'impressionante sequenza splatter del corpo fatto a pezzi del ragazzo. Così forte ed esagerata che, unita alla battutine di Mick, alla fine risulta quasi un filo comica.
Al Cinema: recensione Il secondo è la coppia di vecchietti, in pieno stile America Gothic. Una sequenza necessaria in un momento in cui il film, da parecchi minuti, stava andando su binari abbastanza scontati e noiosi.
Il terzo è il quiz, ovviamente momento più cult non solo del film, ma dell'intera serie. Se volessimo essere un pò "impegnati" anche nella rece di film del genere potremmo dire che quella è la scena simbolo di una tematica nemmeno troppo velata, ossia quella del razzismo, della xenofobia, dell'odio per il diverso. Mick uccide per questo odio, non per altro. Non torcerebbe un capello ad un australiano, ne sono sicuro (a meno che non gli rompono troppo il cazzo, come i poliziotti). Credo che specialmente in una terra come l'Australia abituata allo sbarco continuo di altre etnie (il riferimento nel quiz alla colonia penale è importante) questa tematica non sia affatto marginale.
Al Cinema: recensione In ogni caso l'ultima mezz'ora funziona, e di brutto, tra l'atmosfera malata del quiz, tra il solito spettacolare istrionismo di Jarratt (ma bravissimo, davvero bravissimo, anche il ragazzo), tra sequenze da horror più classico come quello della ragazza sequestrata, tra luoghi da incubo (hai capito Mick... altro che sparute coppiette, ha fatto stragi) e giocatori di cricket, si arriva al finale.
Ed è un finale che delude abbastanza per me. Perchè Mick non ha sfumature, non è un killer intellettuale, non ha morali e non vuole lasciarle, non è uno da vittorie psicologiche.
Mick è un macellaio.
E non lascia prigionieri.
( Se volete saperne di più di Wolfe Creek vi rimando al bellissimo post che scrisse Jolly in questo blog. Post di esperienza vissuta dal vero. Completo anche delle rece ai due film)

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