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Al cinema: This must be the place***1/2 di Paolo Sorrentino

Creato il 21 ottobre 2011 da Barbarella
Al cinema: This must be the place***1/2 di Paolo SorrentinoSean Penn interpreta Cheyenne, una ex-rockstar degli anni '80 ora 50enne, una sorta di fragile ed annoiato "bambino invecchiato" che vive di rendita in un castello a Dublino grazie ad un passato glorioso. Ogni giorno si trucca e adotta lo stesso look di quando era una rockstar, è una specie di maschera che lo tiene legato al passato, ma allo stesso tempo lo distacca dal presente.

Al cinema: This must be the place***1/2 di Paolo Sorrentino

Robert Smith


Il suo aspetto ricorda molto quello di Robert Smith, fondatore dei Cure, o quello dell'Edward mani di forbice di Tim Burton, a cui il regista si era ispirato per la creazione del suo personagio gotico interpretato poi da Johnny Depp.
Al cinema: This must be the place***1/2 di Paolo Sorrentino




Al cinema: This must be the place***1/2 di Paolo Sorrentino

Tim Burton e Robert Smith



A very good advice è la canzone di Robert Smith presente anche in Alice in Wonderland di Tim Burton.
Tornando a This must be the place, Cheyenne è un personaggio curioso e complesso a cui Sean Penn, naturalmente, riesce a dare il giusto spessore e la perfetta caratterizzazione senza cadere nel ridicolo.
La morte del padre, con il quale non era più in contatto, lo riporta a New York dove scopre che l'uomo era ossessionato da un'idea: vendicarsi per un'umiliazione subita da un criminale nazista. Cheyenne decide di proseguire la ricerca avviata dal padre e inizia dunque un viaggio attraverso gli Stati Uniti.
Che sarà anche un viaggio per ritrovare se stesso e una nuova identità, il coraggio di uscire dal tunnel in cui si era rinchiuso da ragazzino.
Rispetto ai precedenti film di Sorrentino, si nota uno sguardo diverso, di speranza e di dolce malinconia, l'amarezza è stemperata e i toni sono ammorbiditi. Il film risente di qualche discontinuità narrativa, ma la regia, la fotografia sono grandiose, tanto da farne l'unico regista italiano capace e degno di lavorare anche a livello internazionale. Si distingue, eccome, dalla massa dei tanti registi italiani così poco incisivi.
Strepitose le musiche di David Byrne, leader dei Talking Heads e presente con un cammeo anche nel film.

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