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Al consolato italiano a Bruxelles (atto II)

Creato il 28 marzo 2011 da Andima
Al consolato italiano a Bruxelles questa volta trovi una profondissima calma, mentre altrove, davanti ad altri consolati italian in Belgio, si manifesta contro la loro chiusura, perché altrimenti gli italiani all'estero si sentono abbandonati. Senza consolato. Davvero? Al consolato italiano a Bruxelles questa volta hai l'appuntamento, ma proprio perché hai l'appuntamento non c'è fila come l'altra volta. Si chiamano leggi di Murphy e trovano sempre conferma. Sul pianerottolo delle scale c'è il Servizio per il pubblico, dici Buongiono e il tizio ti risponde in labbiale, ti fa segno, il microfono non funziona e il vetro è talmente spesso che non riesci a sentire la sua voce. E allora tu parli e lui risponde in labbiale. Carino. Dici di aver un appuntamento e lui apre la porta magica, quella per entrare dentro, dentro al consolato italiano a Bruxelles. Lo vedi che muove le labbra ma non senti nulla, avrà detto abbracadabra per aprire la porta, di sicuro. E la porta si aprì.
Vai alla sala degli uffici dove aspetti qualche minuto mentre dai un'occhiata al listino dei prezzi per i vari documenti. Al consolato italiano a Bruxelles i prezzi sono ancora in lire, tra parentesi il prezzo in euro. Nel 2011, c'è sempre spazio per la nostalgia. Poi arriva un signore distinto e chiama il tuo cognome, perché hai l'appuntamento, ti invita a seguirlo e a chiudere la porta dell'ufficio. La maniglia della porta ti rimane quasi in mano, ma con nonchalance. Il tizio sembra nervoso, anzi scontroso, anzi scocciato: risposte secche e senza aggettivi. Al consolato italiano a Bruxelles avranno davvero un sacco di lavoro per essere così poco amichevoli. Però è anche colpa tua, che sei andato a Dublino e non hai detto niente, non eri registrato, che poi sei andato a Bruxelles e non hai detto niente, non eri registrato, e allora l'emigrazione in Belgio è stata la prima e non la seconda, perché la prima non era registrata. Insomma, bastava dirlo prima, anche se prima avevi detto "mamma, vado un anno in Irlanda e torno" e infatti poi sei in Belgio e son passati 3 anni e mezzo. Qualche fuori programma.
Al consolato italiano a Bruxelles hai finalmente fatto l'iscrizione all'AIRE, poi però il tizio ti dice che non sa se bisognava farla per rinnovare la patente, tuo primo intento, e ti manda in un altro ufficio, anche se in principio ti avevan detto di sì, prima l'AIRE poi la patente. Prima di entrare nell'altro ufficio senti dire al telefono "No signora, senza appuntamento qui non si viene, si viene solo con l'appuntamento". Ecco, e tu l'appuntamento non ce l'hai, allora bussi discretamente e chiedi solo per informazioni, al muro è appesa la prima pagina de "Il metodo antistronzi" che non incoraggia, ma questa volta c'è gentilezza, ti fanno entrare, ti ascoltano, ti aiutano. Facile: bisogna inviare un fax alla motorizzazione in Italia, aspettare l'invio di un documento, il consolato lo traduce in francese e aggiunge un timbro magico, con il documento tradotto si va al comune di Bruxelles e si ottiene una patente belga (europea), che non scade mai. - Quale motorizzazione?- Salerno.- Salerno?- Sì, Salerno.Una smorfia di dolore accompagna le sue parole - Conoscendoli... aspetterai un'eternità, mi dispiace! Dispiace anche a te e lo fai capire con una smorfia che un po' vuol dire "non è una novità" e un po' "per un attimo mi sento quasi a casa".
Esci fuori ed un signore sulla cinquantina si avvicina, ha pochi denti in bocca ed uno zaino sulle spalle: - Sei italiano?- Sì...- Anch'io! Senti, mi serve un aiuto...- Cosa è successo?- Mi daresti 8 euro?- Come? - Sì, mi servono 8 euro, per piacere, mi son divorziato, mia moglie era francese, mi ha lasciato senza niente, questi stronzi dell'ambasciata non mi aiutano... ce li hai 8 euro?- Hmhmmh.... - Ci pensi un attimo, magari è lì ogni giorno, magari no, magari è un altro italiano all'estero soltanto meno fortunato di te, magari no, che poi che son 8 euro, quanto cambiano la tua giornata 8 euro in meno? - Ecco, sono 10, buona fortuna! - Grazie, grazie!

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