Il 1° settembre 2013, a Sarzana (Sala Canale Lunense, h. 10:30), nell’ambito del Festival della Mente, il prof. Silvio Garattini terrà una conferenza.
E allora? Allora, da questa manciata di parole possiamo tirar fuori alcune informazioni piuttosto significative — soprattutto perché difficilmente le potrete leggere o sentire.
Mettetevi comodi, ché cominciamo.
1) La particolarità di Sarzana non è tanto quella di essere una bella cittadina ligure, ma piuttosto quella di trovarsi in provincia di La Spezia.
2) Entrando a La Spezia, ci s’imbatte in questo cartello:
Infatti il 2 febbraio 2011 la città è divenuta
la prima città antivivisezione d’Italia. Il Comune, infatti ha approvato ieri all’unanimità una mozione proposta dal consigliere Roberto Masia. I consiglieri hanno infatti impegnato il sindaco e la giunta a “promuovere tutte le iniziative necessarie presso lo Stato italiano e presso la Comunità europea affinché venga salvaguardato il benessere degli animali vertebrati tutt’ora utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici”.
Ma non è tutto, perché l’impegno del consiglio comunale è di spingere il Comune ad attivarsi energicamente “affinché lo Stato recepisca nel modo più restrittivo possibile la direttiva 86/609 Cee e a farsi parte attiva, per quanto di sua competenza, e con gli strumenti a sua disposizione, ad impedire nel territorio comunale della Spezia, l’insediamento dei laboratori e delle aziende pubbliche o private che prevedano l’istallazione di laboratori di vivisezione come stabilito dalla Legge Regionale recentemente approvata”.
Nel documento infine, il consiglio impegna il sindaco e la sua giunta ad “intervenire sul territorio affinché vi sia una sempre maggiore ospitalità per il randagismo e predisporre un programma di formazione nelle scuole cittadine finalizzato ad informare sul significato della lotta per l’abolizione della vivisezione”.
“Questo è il decimo anno di vita dell’Ufficio Diritti Animali, quale miglior modo per festeggiare questa data! – Maria Antonietta Zarrelli, responsabile dell’Ufficio Diritti Animali della Provincia di La Spezia – Il lavoro di questi anni nel fare rispettare le norme a tutela e per un’educazione al rispetto di tutti gli animali, non solo quelli d’affezione, sta portando i suoi frutti, visto il gran numero di cittadini che ha appoggiato con noi questo pronunciamento. A La Spezia non ci sono centri di ricerca che svolgono sperimentazione sugli animali, grazie a questa mozione siamo più tranquilli anche per il futuro.
Naturalmente soddisfatta la LAV: “Ci auguriamo che il Comune di La Spezia possa costituire un esempio per gli altri Comuni italiani, e farsi portatore di un forte e chiaro messaggio per il nostro Paese, dove sempre più cittadini si dichiarano contrari alla sperimentazione animale – ha detto la biologa Michela Kuan, responsabile LAV Settore Vivisezione – Si tratta di un metodo fallace sul piano scientifico, perché nessun animale può essere modello sperimentale di altre specie, e detestabile sul piano etico. La via da percorrere è lo sviluppo e l’incentivazione dei metodi sperimentali alternativi, efficaci e non cruenti”. [fonte]
3) Poiché le province esistono ancora, e poiché amministrativamente parlando la provincia è un ente locale dotato di competenza sui comuni che le appartengono territorialmente, è presumibile che la posizione del capoluogo di provincia in materia di sperimentazione animale debba essere condivisa dai relativi comuni di pertinenza.
4) Silvio Garattini è il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, noto in tutto il mondo per essere uno dei centri più importanti in materia di sperimentazione animale — vulgo vivisezione. Garattini, che ha visto 85 primavere, imperversa da mezzo secolo su tutti i media possibili e immaginabili difendendo, giustificando e promuovendo la vivisezione.
5) Come da programma, Garattini terrà una conferenza — conferenza, ovvero «Discorso o lettura tenuti in pubblico su argomenti letterarî, scientifici, artistici e simili».
Sulla base dei punti fissati sopra è possibile riscrivere la frase d’apertura come segue:
Il 1° settembre 2013, a Sarzana (che pur essendo in provincia di La Spezia, prima città italiana contro la vivisezione, non ne recepisce le direttive in materia di sperimentazione animale colà vigenti dal febbraio 2011), nell’ambito del Festival della Mente (che si descrive come «una fotografia dell’Italia come sempre la vorremmo, fatta di tante persone interessate a riflettere e disposte ad ascoltare, di molti pensatori e intellettuali che si mettono in gioco e discutono per il bene comune e per l’interesse all’approfondire. Il festival ha dimostrato come esista una cultura viva e forte, non basata sui narcisismi, sui toni alti, sui numeri roboanti, ma piuttosto sulla qualità, sulle eccellenze vere, sulla disponibilità al dialogo, sulla voglia di conoscenza e di condivisione, in poche parole sulla volontà di migliorare. … Tutti noi assieme dimostriamo che c’è un’Italia “altra” e diversa, non urlata, non esibita, ma alacre e volenterosa. Un’Italia che crede che la cultura sia il nutrimento migliore»), il prof. Silvio Garattini (da decenni alfiere della vivisezione in Italia e all’estero) terrà una conferenza (cioè parlerà da solo, senza interagire con altri relatori o affrontare un eventuale contraddittorio, come accadrebbe invece in un dibattito pubblico, in aperta e palese contraddizione con quanto asserito nella presentazione del Festival della Mente citata più sopra, là dove si parla di predisposizione all’ascolto e disponibilità al dialogo).
Il fatto che nessuna di queste considerazioni abbia trovato o trovi spazio nei canali informativi mainstream la dice lunga sui meccanismi distorsivi della comunicazione, puntualmente applicati ogniqualvolta si voglia affrontare il tema scomodissimo della “vivisezione”: pratica eticamente esecrabile, scientificamente inattendibile ma economicamente assai lucrosa, che garantisce proventi miliardari (in euro) sulla pelle delle cavie (a milioni) e dei malati (a miliardi).
L’idea di boicottare la presenza di Garattini al Festival della Mente attraverso gli strumenti del sit-in e del mail-bombing sembra non piacere a molti animalisti/antispecisti (dio mio, non si sa più come chiamarli), che li denunciano come una forma di censura: «Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, in un comunicato pubblicato sul sito della medesima, ha parlato apertamente di comportamenti fascisti, sostenendo che “comunque la si pensi sulla sperimentazione animale, operare per eliminare la presenza di un esponente autorevole
della comunità scientifica da un pubblico dibattito è un comportamento in perfetto stile fascista”.».
Ora, a parte il fatto che secondo l’Associazione Luca Coscioni «la sperimentazione animale è stata ed è determinante e ad oggi non sostituibile», e pertanto la dichiarazione di Cappato fa molto Cicero pro domo sua — a parte questo, si diceva, la conferenza di Garattini non è e ben difficilmente sarà un “pubbblico dibattito”, dal momento che l’esercizio del confronto sembra godere di scarso apprezzamento da parte del professore; inoltre, assumendo convenzionalmente ed estensivamente il termine “fascista” nel senso di «chi interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza», sembra molto più “fascista” chi, avvalendosi dell’appoggio interessato di multinazionali e politici, cerca ad ogni costo di impedire che certi argomenti vengano affrontati diffusamente e serenamente; chi insiste a negare la validità di metodiche alternative alle proprie; chi si ostina a bollare l’avversario come incompetente, ignorante e oscurantista — dimenticando che la pratica della vivisezione e la convinzione cieca e assoluta della sua validità risalgono a prima dell’Illuminismo: come dire che oggi la fisica, nonostante Einstein e Planck, dovrebbe rimanere tenacemente newtoniana anziché evolvere in quantistica.
Come tutte le vecchie cariatidi, anche Garattini resterà dov’è — al Festival di Sarzana. Ma resteranno anche le persone che parteciperanno al sit-in e le mail che pioveranno sul Festival e sul Comune. Quando le cose iniziano a cambiare, non puoi più fermarle.