A Chiasso (Svizzera), ogni due anni, la notte di Halloween si festeggia con l’ormai tradizionale Memorial Arturo Gander giunto ormai alla ventinovesima edizione. È il primo dei “gala” autunnali e, da tradizione, è sempre stato imbottito di grandi partecipazioni. Ieri non è stato da meno, nonostante alcuni atleti abbiano deciso di staccare un po’ la spina dopo la logorante stagione focalizzata sui Giochi Olimpici, l’appuntamento che chiudeva in un duro quadriennio di lavoro.
La nuova formula finalizzata a spettacolarizzare l’evento prevedeva la partecipazione di nove ginnasti e di nove ginnaste. Ciascun atleta sceglieva gli attrezzi su cui esibirsi (quattro per gli uomini, tre per le donne). I migliori sei dopo i primi tre/due esercizi si esibivano poi nell’ultima rotazione per decretare i vincitori della competizione.
Carlotta Ferlito (Gal Lissone) ritornava in pedana dopo l’emozionante partecipazione a cinque cerchi. La siciliana presentava un programma ridotto rispetto al suo standard: un modo corretto per ripartire dopo aver realizzato il sogno di una vita e dopo una meritata vacanza. Si sa: allenamenti più uscita ufficiale in gara sono sempre la miglior ricetta per ritornare in pista alla grande.
Scartate ovviamente le odiate parallele asimmetriche, la diciassettenne è partita al volteggio. Per lei uno Yourchenko con avvitamento ben eseguito che le vale un 13.900 (giuria bassa per tutta la serata). Si trasferisce poi all’amata trave, i 10cm che le hanno regalato l’argento agli Europei del 2011: un buonissimo esercizio sporcato però con un passo lungo in uscita. Un altro 13.900 che le consente di presentarsi in testa al corpo libero. Qui si esibisce per ultima e porta a casa un 13.400 per un complessivo 41.200 che le vale un bellissimo secondo posto. La vittoria va alla campionessa elvetica Giulia Steingruber (casalinga, sulla cui performance e sul cui 41.800 di valutazione esprimiamo qualche dubbio). Terza la tedesca Katarina Hill (40.550).
Per l’Italia un gradito ritorno sul podio dopo il bronzo di Vanessa Ferrari nel 2010 e la vittoria della bresciana nel 2006, l’anno magico che le regalò il titolo mondiale. Annotiamo anche l’esibizione fuori concorso della padroncina di casa Ilaria Kaeslin (26.770), una quindicenne che avrà un sicuro futuro radioso nella Nazionale rossocrociata.
Al maschile il parterre era pazzesco con la partecipazione di ben quattro medagliati a Londra: il brasiliano Arthur Zanetti, discusso oro agli anelli; il sudcoreano Hak Seon Yang, magico campione al volteggio; il britannico Sam Oldham, salito sul terzo gradino del podio a squadre; il grande Marcel Nguyen, argento nel concorso generale dietro al Re Kohei Uchimura, e argento anche alle parallele. Proprio il tedesco sembrava poter far man bassa nelle rassegna ticinese e invece si è dovuto accontentare della terza piazza (58.850). A sorpresa (relativa, s’intende) trionfa il russo Igor Pakomenko (59.650) che in Gran Bretagna aveva strabiliato con la propria squadra durante le qualificazioni prima di incappare in qualche errore durante la finale perdendo così le chance di medaglia. Alle sue spalle il bielorusso Andrey Likhovitskiy (59.100).
Il completo azzurro oggi lo indossava Paolo Ottavi (Aeronautica Militare). Il ventiseienne marchigiano rientrava al grande appuntamento dopo la ventiduesima posizione nell’all-around olimpico e per il nostro giovanotto era l’occasione per fare ancora ulteriore esperienza. Inizia con gli anelli: un piccolo saltello in uscita lo penalizza eccessivamente (14.250). Passa poi al volteggio dove si esibisce con un avvitamento e mezzo (buon 15.000). Terza rotazione con una buona sbarra, ma con un passone indietro nell’uscita che non lo fa andare oltre a 14.000. Conclude così in ottava posizione (43.250, stesso punteggio dello svizzero Paolo Brägger che si classifica settimo).
I nostri due alfieri saranno nuovamente impegnati domenica 4 novembre a Zurigo nella prestigiosa Swiss Cup.
OA | Stefano Villa