Il ritorno si svolge lungo un tratto del percorso chiamato "sentiero di San Vili," così battezzato dopo la sua riscoperta degli anni Ottanta. Il tracciato deve il suo nome al vescovo e martire del cristianesimo trentino San Vigilio di Trento. Il vescovo era in realtà un esattore delle imposte e finì ucciso dai rendenesi, dopo che i suoi inviati in anaunia erano stati bruciati vivi dai nonesi. Non sappiamo come sia morto Vigilio: un tardo racconto, che parla di martirio, non convince gli studiosi. Non si conoscono i dettagli della sua morte: una leggenda narra che venne ucciso a zoccolate in Val Rendena; altre versioni dicono che la sua lapidazione prese il via da una zoccolata datagli da una donna.
Tra i due laghi si estende, defilata e invisibile dalla strada statale, un suggestivo
mondo minore fatto di vecchi coltivi punteggiati da casette addossate a grossi
massi erratici.
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alla larga dal fondovalle: niente Gola del Limarò e niente Lago di Toblino. Lungo questi passaggi alti aleggia un'atmosfera distesa e antica, ricca di presenze umane oggi attentamente recuperate. L'unico sfregio (ormai semplice curiosità storica e "memento" per gli amministratori "lungimiranti") è il tracciato di una strada progettata negli Settanta, e bloccata in extremis, che avrebbe dovuto collegare il piccolo paese di Ranzo con Molveno e che avrebbe spostato il traffico turistico e commerciale dal fondovalle alleterre alte (ma che bella pensata!).
Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 820 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 899
Dislivello assoluto: m -5
Dislivello cumulativo in salita: m 619
Dislivello cumulativo in discesa: m 639
Lunghezza con altitudini: km 21,0
Tempo totale netto: ore 5:30
Difficoltà: E
Descrizione del percorso: lasciata l'auto (m 820), si procede lungo la strada aperta negli anni Settanta e mai completata che avrebbe dovuto collegare Ranzo con Molveno. Ci si muove in piano fino ad entrare nel bosco. Qui la strada si restringe e diventa una forestale. Si procede in leggera discesa fino a quota 790, dove si attraversa la statale per Molveno per portarsi sullaghetto di Nembia. Su sentiero evidente si prosegue in piano fino alle acque del Lago di Molveno. Al ritorno abbiamo percorso unbreve tratto di asfalto (evitabile) fino a ritrovare la sterrata, che abbiamo percorsa all'indietro fino al Dossdella Croce (m 825, cartello) dove l'abbiamo abbandonata prendendo il sentiero SAT 613 che scende alla localita Deggia (m 620, chiesetta). Siamo sul percorso "Via di San Vili"eproseguiamo senza problemi di orientamento prima in leggera discesa, poi in salita, in esposizione sulla sottostante gola del fiume Sarca, fino alla chiesetta di San Vigilio (m 618) ormai alla periferia di Ranzo. Da qui prendiamo la strada per tornare all'auto (breve tratto di asfalto, poi sterrato).
Come arrivare: a Vezzano si lascia la strada statale Trento-Riva del Garda per arrampicarsi su stretta stradina asfaltata fino a Ranzo. Dal paese si prende l'ampia strada bianca che prosegue dritta, relitto di uno sciagurato progetto degli anni Settanta. Dopo un tornante sinistrorso si fa sterrara e prosegue in piano. Parcheggiare a scelta.