È andato avanti tutta la notte il Consiglio comunale milanese sulla vendita della società aeroportuale Sea e della holding Serravalle. Con tanto di cappucchino e brioche alle 4 del mattino. Parla il capogruppo PdL Carlo Masseroli
Carlo Masseroli, ex assessore allo Sviluppo del Comune di Milano
Di Andrea Monti
È iniziato alle 14.30 di ieri. E alle 13 di oggi non era ancora finito. È andato avanti tutta la notte il Consiglio comunale milanese sulla vendita della società aeroportuale Sea e della holding Serravalle, che gestisce le tangenziali della città e una parte dell’autostrada Milano-Genova. La discussione tra maggioranza e opposizione è proseguita ore e ore, mettendo a dura prova la capacità di resistenza di consiglieri e assessori. C’è chi si è addormentato in aula. Chi ha ceduto e se n’è andato. E chi è rimasto sveglio tutto il tempo. Una maratona che ricorda quella di Roma, dove le consultazioni per il nuovo governo sono continuate anche domenica. La politica “che lavora” - che è la vera notizia - torna alla ribalta nel momento peggiore della crisi. Ne abbiamo parlato con Carlo Masseroli, capogruppo dell’opposizione Pdl in Comune.
Perché questo Consiglio “non stop”?
Da parte nostra non c’è stato ostruzionismo. Abbiamo presentato una trentina di emendamenti di merito per riportare il dibattito su un binario di trasparenza, ma di fronte abbiamo trovato un muro. Venerdì il sindaco Pisapia si era detto disponibile ad accogliere alcune delle nostre proposte: non è andata così.
Chi ha resistito più a lungo?
I consiglieri di tutti gli schieramenti sono stati sempre in aula. Ci ha fatto piacere la continua presenza di Pisapia, che per una certa fase è stato l’unico a rappresentare la giunta. L’assessore al Bilancio Tabacci se ne è andato verso le due. Qualcuno della maggioranza si è assopito: in particolare il presidente della commissione bilancio Stanzani, che – come dire – ha vigilato molto sulla delibera in discussione.
Che clima c’era in aula?
C’è stato il momento delle brioche (intorno alle 4.30, ndr), ma non sono mancate le tensioni, quando la maggioranza ha deciso di contingentare i tempi senza rispettare il regolamento comunale. Hanno cambiato le regole del gioco, non volevano più farci discutere gli emendamenti.
Qualche polemica è stata causata dal consigliere “grillino” Calise.
Sì, perché mentre noi capigruppo parlavamo in una saletta esterna al Consiglio ha registrato la conversazione col cellulare, senza dire niente. Quando siamo rientrati in aula ha offerto candidamente a tutti di consultare il file audio: è scoppiata un pò di bagarre, ma poi è tornata la calma. Se Calise ci avesse avvertito prima non ci sarebbero stati problemi.
Cosa non vi piace della delibera presentata dalla maggioranza?
Dice che il mercato non vuole la Serravalle, e che perciò chi la comprerà avrà uno sconto sull’acquisto di Sea. È vero che i due bandi per la vendita di Serravalle sono andati deserti, ma il secondo è durato 15 giorni e solo al 14° si è generata la condizione necessaria per la vendita: la modifica dello statuto della società, che prima non permetteva al futuro socio privato di sedere in consiglio d’amministrazione. In pratica la Serravalle è stata sul mercato un solo giorno. Intanto diveniva sempre più chiaro l’avvicinamento tra il Comune e il fondo F2I, che poi ha fatto un’offerta ufficiale. E la delibera ricalca proprio questa offerta.
Si è già deciso a chi vendere, insomma?
Una serie di cose ci fanno pensare che non ci fosse la volontà di migliorare la delibera, quasi fossero già stati presi degli accordi. Non è un problema se F2I o chiunque altro compra Serravalle o Sea. L’importante è massimizzare l’interesse pubblico. Così invece Sea sarà venduta a una cifra più bassa di quella che si potrebbe ottenere.
Si parla di un ordine del giorno della maggioranza per azzerare il cda Sea.
L’ho letto sui giornali, ma finora non è stato presentato. La capogruppo Pd Rozza ha detto che ritiene legittimo lo spoil system: non mi scandalizza che il sindaco sostituisca i consiglieri con persone di sua fiducia, ma da mesi la maggioranza sostiene di agire sulla base del merit system. Stavolta è stata più esplicita: non va a casa chi ha un brutto curriculum, ma chi è vicino a una parte politica diversa.
Il video di Mattia Calise, consigliere 5 Stelle