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“Al lupo, A lupo” per una prof di Vibo Valentia

Creato il 19 febbraio 2014 da Makinsud

Risolto il caso della professoressa calabrese che da mesi veniva minacciata e perseguitata da parte di ignoti, la donna per spirito di protagonismo o per noia si auto minacciava.prof E’ risultata tutta una bufala, il terrore e la preoccupazione della docente A.M. che per tre lunghi mesi, dal 23 agosto fino al 17 ottobre, si è recata dai carabinieri del paese per denunciare ignoti che le inviavano lettere minatorie.

La donna ogni volta che si recava in caserma raccontava una storia diversa e fantasiosa sul ritrovamento delle lettere che riceveva: una volta le trovava nella buca della posta, una volta le venivano incastrate nella portiera della sua automobile, un altra volta invece le venivano infilate direttamente nel cassetto personale della sala docenti. In un altra occasione, addirittura la docente ha raccontato di essere stata minacciata direttamente da tre soggetti non identificati, mentre si avviava a prendere la macchina, in un luogo da lei definito isolato. Ma perché questa professoressa era così tanto perseguitata ? Secondo la sua fantasia e le sue idee folli, la donna veniva minacciata perché nell’istituto scolastico in cui lavorava organizzava diverse lezioni che avevano per tematica la legalità e questo sempre secondo i suoi racconti, risultava scomodo e fastidioso a qualcuno.

La squadra mobile vibonese già da subito aveva trovato insoliti i racconti della donna. Durante le prime indagini i dubbi non

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fecero che crescere, fino a quando il magistrato decise di disporre una perizia calligrafica per confrontare gli scritti anonimi delle lettere ricevute con la calligrafia della professoressa. Il responso della comparazione, fatta dagli esperti del Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Reggio Calabria, in poco tempo sciolse ogni dubbio: la calligrafia delle lettere e della professoressa era la stessa, l’autore delle lettere non era altro che lei. Il motivo di questo gesto nessuno lo riesce a spiegare, forse la donna voleva solo avere un po’ di visibilità, forse sognava di vivere un avventura fatta di mistero e pericolo, fatto sta che adesso per questa sua fantasia è stata deferita per simulazione di reato e procurato allarme. Chissà se la professoressa conosceva la storia dell’ Al lupo, al lupo, forse quando la sua maestra l’ha spiegata in classe la donna era assente!

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