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Vorrei sapere perché la mamma sul telo accanto a me ha dormito, si è presa il sole e ha letto una valangata di pagine del suo libro. Io invece mi sono abbronzata solo l’unghia dell’alluce sinistro che per sbaglio era rimasto fuori dall’ombrellone e ora fa capolino dal sandalo inorgogliendosi per il suo bel color peperone (facendo impallidire ulteriormente per timidezza le dita sue vicine che sono bianche color mozzarella, proprio come il piede e la gamba e tutto il resto del corpo collegato). Non era una bi-mamma, è chiaro. Ma anche con un solo figlio, porca miseria, io non ce l’avrei fatta a (non) fare tutto quello che (non) ha fatto lei. Io e Andrea non abbiamo fatto altro che stare dietro ai nostri due teppisti agitati che ancora non si sono abituati al folklore della spiaggia e che, quindi, essendo tutto nuovo, non smettevano un attimo di esplorare e assaporare (grande successo hanno avuto i ciottoli della spiaggia!). Spalma la crema (a due), cambia pannolini (a due, di cui uno sporco pesantemente, manco a dirlo), metti il costumino (a due), fai il bagnetto (per due), asciuga (due), rispalma la crema (a due), metti il cappellino (a due), acchiappali mentre gattonano fuori dall’“area” protetta (tutti e due, più volte), elimina i sassi più piccoli dalla loro bocca (abbiamo alla fine ceduto e consentito loro di addentare quelli più grossi, intuendo che sarebbe stata una battaglia persa in partenza togliere dalle loro bocche anche quelli)… E poi… di nuovo. Mentre il bambino accanto a noi, Eric il Crucco, dormiva beatamente sotto il suo ombrellino. Forse è una questione di indole. Sarà questo il problema: Cip & Ciop qui non dormono mai. Sono troppo curiosi del mondo. Il pediatra dice che è una bella cosa e, alla nostra richiesta di somministrare loro, ogni tanto, un po’ di camomilla, ha risposto: “Prendetevela voi”.
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